Esegue un gesto disperato con le 4 dita, una richiesta silenziosa di aiuto che non passa inosservata, e la pattuglia, riconoscendo immediatamente il segnale, interviene prontamente per prestare assistenza.
La cronaca di un evento straordinario arriva da Roma, dove una donna di 39 anni è riuscita a sfuggire a una situazione di grave pericolo grazie al “Signal for help”. Questo gesto, lanciato da una fondazione femminista canadese, ha guadagnato notorietà come un metodo silenzioso e efficace per chiedere aiuto in situazioni di abuso. Si esegue sollevando la mano con il pollice nascosto nel palmo e piegando le altre quattro dita verso il basso.
Fa un gesto disperato con le 4 dita
Nel cuore della capitale, precisamente in via Einaudi, la donna si è trovata a camminare con un uomo di 38 anni, un tunisino che la controllava in modo oppressivo. Quando ha visto una pattuglia dei carabinieri, ha colto l’occasione per lanciare un segnale di aiuto, esibendo il gesto che conosceva bene.
L’azione immediata dei carabinieri è stata fondamentale. Notando la richiesta d’aiuto, hanno fermato la coppia per chiedere i documenti. L’uomo, resosi conto di essere stato scoperto, ha tentato di fuggire, ma la pattuglia ha reagito prontamente, bloccandolo dopo poco più di duecento metri. Questo intervento tempestivo ha fatto la differenza, salvando la vita della donna e permettendole di raccontare la sua terribile esperienza.
La forza del coraggio
Una volta al sicuro, la donna ha potuto narrare ai militari le minacce e le molestie subite. Racconta di come fosse stata avvicinata dall’uomo in un’area isolata vicino alla stazione Termini, dove lui le avrebbe offerto droga, cercando poi di costringerla a un rapporto sessuale. Di fronte al rifiuto, la situazione è degenerata, con il 38enne che ha iniziato a palpeggiarla e minacciarla. Con grande presenza di spirito, la donna ha fatto credere all’uomo di essere disposta a cedere, convincendolo a spostarsi in un luogo più affollato. Questo piano, audace e ben congegnato, le ha permesso di raggiungere una zona dove la sua richiesta di aiuto potesse essere ascoltata.
Dopo il fermo, l’uomo è stato trovato in possesso di un coltello da cucina e di hashish. Accusato di violenza sessuale, è ora in custodia cautelare in carcere, con il tribunale di Roma che ha convalidato il suo arresto sulla base di “gravi elementi indiziari”. Questa vicenda non solo evidenzia l’importanza di strumenti di segnalazione come il “Signal for help”, ma sottolinea anche la forza e il coraggio delle vittime, che possono fare la differenza e trovare una via d’uscita anche nelle situazioni più disperate. La rapidità di intervento delle forze dell’ordine ha infine dimostrato quanto sia cruciale un sistema di sicurezza attento e reattivo.