Peste Suina, grosso rischio nel Lazio: le ultime

La Peste Suina Africana (PSA) è una malattia virale altamente contagiosa che colpisce i suini domestici e i cinghiali, causando gravi perdite economiche e rappresentando una minaccia per l’intero comparto zootecnico.

Nonostante non sia trasmissibile agli esseri umani, l’impatto dell’infezione può essere devastante per la filiera agroalimentare e per l’ecosistema.

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Peste Suina, grosso rischio nel Lazio: le ultime (Lazio5Stelle.it)

Nel Lazio, la PSA ha tenuto banco per molti mesi, generando preoccupazioni crescenti tra allevatori, istituzioni e cittadini.

Recentemente, il Ministero della Salute ha annunciato una svolta importante: l’eradicazione della PSA nelle aree di Roma e nei territori circostanti. Questo risultato ha consentito la revoca della “zona rossa” che era stata istituita per contenere l’epidemia. La “zona rossa” rappresentava una misura restrittiva necessaria per limitare i movimenti di animali e prevenire la diffusione del virus ad altre aree. Tuttavia, l’imposizione di tali restrizioni aveva avuto un impatto significativo sull’economia locale, in particolare sugli allevamenti e sulla produzione suinicola.

Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha espresso grande soddisfazione per i progressi ottenuti. “L’eradicazione della PSA nell’area di Roma e nelle zone limitrofe è un risultato importante che dimostra l’efficacia della collaborazione tra istituzioni locali, mondo venatorio, enti gestori delle aree protette e tutti gli attori coinvolti nel piano di contenimento e prevenzione.” Il Ministro ha sottolineato, però, che è fondamentale mantenere alta la vigilanza per evitare che il virus possa ricomparire.

Anche il Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha commentato positivamente la notizia. “La revoca della zona rossa è un segnale incoraggiante per il nostro territorio. Questo risultato è il frutto di un lavoro congiunto che ha richiesto impegno e sacrificio da parte di molti, ma la sicurezza sanitaria degli allevamenti resta una priorità.”

Le misure adottate per contenere la diffusione

L’efficacia del piano di contenimento della PSA si è basata su una serie di misure mirate. Tra queste, il monitoraggio costante della popolazione di cinghiali, la creazione di barriere fisiche per limitare i contatti tra animali selvatici e allevamenti, l’adozione di elevati standard di biosicurezza nelle aziende agricole e il tempestivo abbattimento degli animali infetti. A queste misure si è aggiunta una campagna di sensibilizzazione rivolta agli allevatori e ai cittadini per favorire la segnalazione di casi sospetti e diffondere buone pratiche.

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Le misure adottate per contenere la diffusione (Lazio5Stelle.it)

Non meno importante è stato il ruolo delle istituzioni scientifiche, che hanno fornito supporto tecnico e monitorato l’evoluzione del virus. Gli esperti sottolineano che il virus della PSA è altamente resistente nell’ambiente, rendendo cruciali le attività di pulizia e disinfezione degli allevamenti.

Nonostante l’emergenza sembri sotto controllo, le autorità sanitarie invitano a non abbassare la guardia. Il rischio di una reintroduzione del virus, infatti, resta concreto. Per questo motivo, gli allevatori sono chiamati a continuare a rispettare rigorosi protocolli di biosicurezza. È inoltre essenziale mantenere alta l’attenzione sul trasporto degli animali e sui prodotti alimentari derivati dal suino, poiché il virus può essere trasmesso anche attraverso cibi contaminati.

La revoca della zona rossa rappresenta, dunque, un passo avanti significativo, ma la lotta contro la PSA non può dirsi conclusa. Rimane fondamentale il coordinamento tra le istituzioni e la collaborazione attiva da parte della popolazione per preservare i risultati ottenuti.

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