Pensavano che fosse una tomba, ma ecco cos’è davvero questa struttura romana

Gli archeologi non credevano ai loro occhi quando hanno portato alla luce un tale ritrovamento. Sicuri fosse una tomba, ai loro occhi è apparso qualcosa di inimmaginabile.

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ricercatori- Lazio5Stelle.it

A volte dalle profondità della terra possono spuntare sorprese incredibili. Lo sanno bene gli archeologi che stavano lavorando a uno scavo in Francia, e si sono ritrovati improvvisamente davanti qualcosa di inimmaginabile! Un sogno a occhi aperti per chi ha sempre sperato da piccoli, magari, di seguire le orme del mitico Indiana Jones. Per quanto possa apparire strano, alcuni che hanno poi seguito questa strada professionale inizialmente sono stati proprio ispirati dalla celebre saga di Steven Spielberg.

Ovviamente, poi nei fatti la realtà è ben diversa, non solo fatta di anni e anni di studi, ma anche di mesi passati a scavare piccoli appezzamenti di terreno e catalogazioni lunghe e spesso noiose. Eppure, tanta dedizione a volte dà i suoi frutti. Come accaduto, appunto, a un gruppo di specialisti che ha fatto una scoperta a dir poco insolita e molto interessante. Proprio quella, forse, che speravano di fare all’inizio della loro carriera.

Gli archeologi sono senza parole: dalla terra non emerge una tomba ma qualcosa di ancora più sorprendente

“Augustum è uno dei principali vici, villaggi, della città di Vienne, la cui creazione risale agli anni 16-13 a.C . Il suo ruolo di crocevia stradale è attestato dalla Table de Puisinger e dal percorso Antonin. L’antica città godeva infatti di una posizione geografica privilegiata, al crocevia di importanti vie di comunicazione che da Vienne portavano all’Italia e all’altopiano svizzero” ha spiegato il capo spedizione in Francia a Aoste in Isére, l’archeologo Rodriguez.

scoperta tomba
La struttura romana ritrovata dagli archeologi – (credit: Stilearte) – Lazio5Stelle.it

Il team di Archeodunum ha scoperto infatti un quartiere di Augustum, scoprendo una enorme quantità di suppellettili di epoca romana, tra cui anfore e contenitori. “Il riutilizzo di questo tipo di contenitori, poco costosi e disponibili in abbondanza una volta consumato il loro contenuto, è un fenomeno noto nel mondo romano, in particolare in Gallia e Germania” ha spiegato alla stampa l’esperto.

In particolare, Rodriguez ha segnalato i riusi utilizzati dagli antichi per provvedere ai fabbisogni giornalieri, sfruttando ciò che la natura donava. Ma un oggetto, ovvero un’anfora ritrovata collocata al contrario, con materiali di scarico alla sua base, li ha lasciati interdetti: “Nessuna spiegazione soddisfacente consente attualmente di interpretare questo tipo di vestigia, la cui individuazione è destinata a costituire uno degli obiettivi delle ricerche post-scavo” ha concluso.

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