Come se non bastassero già gli smartphone e i computer, adesso anche le tv potrebbero spiarci a nostra insaputa. A lanciare l’allarme, nientemeno che l’FBI. Bisogna stare attenti a questi particolari.
Mai come in questi ultimi anni la nostra privacy è a rischio. Ormai ciascuno di noi possiede almeno uno smartphone e spesso anche un notebook o un desktop da tavolo. Proprio grazie a questi dispositivi, le società riescono a controllarci e a volte a influenzare i nostri acquisti o monitorare le nostre preferenze. Fateci caso: quante volte vi è capitato di leggere un post su Facebook o Instagram, e successivamente trovarvi con post dello stesso genere sulla timeline? Scommettiamo innumerevoli volte.
Ebbene, stando a uno studio reso noto di recente dal Federal Bureau of Investigation, meglio noto come FBI, anche le smart tv di nuova generazione sarebbero in grado di mettere a repentaglio la nostra privacy, grazie alle tecnologie che sfruttano. Meglio quindi stare attenti quando le si usa, per evitare che troppi dati sensibili finiscano online. Ma come accorgersi che qualcosa di strano sta succedendo?
Non solo smartphone e pc, ma anche le smart tv: così violano la nostra privacy
Se tramite la fotocamera e le funzioni del nostro smartphone oggi le maggiori aziende riescono a spiarci, lo stesso avviene con le nuove smart tv, grazie alle quali ci possiamo collegare, per esempio, alle tv via cavo o i servizi di streaming ai quali siamo iscritti. Non solo, ma possiamo anche ascoltare musica o guardare video su Youtube e tanto altro ancora. Insomma, possiamo fare praticamente tutti e con un semplice click.
Peccato, però, che con un altro semplice click mettiamo inconsapevolmente a rischio il nostro privato, poiché proprio come già succede con telefonini e computer, anche con le tv di ultima generazione vengono estrapolate le nostre intime preferenze, con le quali poi le società possono offrirci un’offerta mirata. Inoltre, come ha spiegato nel comunicato l’FBI, nelle nuove tv vengono utilizzati spesso i riconoscimenti isometrici, memorizzando quindi non solo le preferenze ma anche i nostri dati fisici.
Per quanto le tecnologie siano certamente utili e ci facciano fare passi in avanti significativi sotto diversi aspetti, il suggerimento è, secondo il Federal Bureau, di non usare troppo, per quanto possibile, siti in cui vengono richiesti troppi dati personali. Sarà sufficiente? Non è detto, ma tentar non nuoce, se non si vuole condividere troppo in rete.