Si mette in cammino sulla riva del fiume e, in quel momento, fa una scoperta che entra nella storia: di cosa si tratta.
Mentre stava camminando sulla riva del fiume, un uomo si è ritrovato di fronte a un oggetto che ha attirato, fin da subito, la sua curiosità. Il signore in questione, infatti, ha ritrovato un importante reperto romano che solo in seguito è stato definito tale. Scopriamo, dunque, insieme di cosa si trattava e a quale epoca risaliva.
Cammina sulla riva del fiume e trova un reperto romano
L’uomo stava camminando nei pressi del fiume e, ad un tratto, si è ritrovato di fronte a una importante scoperta che risale all’Impero Romano. Si tratta, nello specifico, di un reperto di ceramica, patinata di nero. Il volto e il busto della divinità barbuta sembra, a primo impatto, una polena estroflessa.
Si deve stabilire, dunque, se tale reperto appartenga a un contenitore di ceramica molto elegante o a un oggetto devozionale, utilizzato in tempi antichi. A scoprire questo piccolo busto – apparentemente votivo – è stata Lara Maiklem, cercatrice e scrittrice che si occupa di ritrovare importanti reperti lungo le rive del Tamigi.
D’altronde, Londra fu fondata dai Romani nel 43 d.C e, per questo motivo, ricca di oggetti che riguardano l’Impero Romano.
Dove è stato trovato il reperto
Il reperto, nello specifico, è stato ritrovato tra i ciottoli del fiume inglese. La cercatrice, in tal senso, ha spiegato, in merito a questa importante scoperta, di aver trovato tale pezzo di samian romano nero che, con molta probabilità, proviene “da una grande ciotola o da un vaso“.
La cercatrice, inoltre, sottolinea che, per essere un reperto risalente a 2.000 anni fa, ha certamente un “bell’aspetto“.
Nello specifico, la samian era una ceramica composta da terra sigillata, la cui produzione risale all’Africa: c’è da considerare, infatti, che – al tempo – c’erano mercati internazionali nell’Impero che permettevano, appunto, la circolazione di materie e manufatti provenienti da diversi territori.
L’oggetto – ossia il busto ritrovato – pare appartenga a una manifattura meno seriale, in quanto composto da argilla rosso-arancione, verniciata, poi, di colore scuro, proprio come solevano fare gli Etruschi. Dopo una prima cottura, lo stesso è stato sottoposto a una seconda operazione di cottura.
L’acqua del fiume ha inciso sulla conservabilità del reperto che appare, in tal senso, corroso in parte. Non si sa, però, l’oggetto originario quale fosse, nello specifico: secondo una prima analisi, pare che possa essere stato parte di un lacerto di ceramica da tavola o un applique, ossia una immagine da applicare a scopo devozionale.
Il dio rappresentato dal busto, infine, potrebbe essere o Nettuno o Giove, facendo riferimento all’iconografia di quel periodo storico, anche se si propende per il re degli dei.