La scadenza della rata della rottamazione del 30 novembre ha fino a 8 giorni di tolleranza: ecco qual è la data ultima di pagamento.
La sesta rata della rottamazione è stata prefissata con una scadenza prevista per il 30 novembre. Il suo pagamento è fondamentale, in particolare per chi ha sottoscritto il concordato preventivo biennale (Cpb) entro lo scorso 31 ottobre e chi lo farà approfittando della proroga del termine entro il prossimo 12 dicembre. La data ultima per effettuare il versamento, però, slitterà di diversi giorni.
Il mancato pagamento della sesta rata della rottamazione quater comporta la perdita dei benefici di cui è possibile godere grazie alla quarta edizione della definizione agevolata delle cartelle. A regolare quest’ultima è la legge 197/2022: nel caso in cui si dovesse venire meno alla normativa, non versando la rata o tardando l’operazione oltre i classici 5 giorni di tolleranza, la rottamazione è destinata a decadere.
Di conseguenza, i debiti tributari e previdenziali fermi al 31 dicembre 2023 sarebbero “retroattivamente attivi”, con l’aggiunta di sanzioni. I trasgressori inoltre non avrebbero più modo di accedere al concordato preventivo biennale, che si estinguerebbe qualora fosse superiore ai 5mila euro.
È chiaro, dunque, che è necessario attenersi alle disposizioni della normativa e pagare la rata della rottamazione entro la scadenza per evitare la decadenza dei benefici contemplati dalla misura. Ma qual è il termine effettivo da rispettare? Il 30 novembre, infatti, cade di sabato posticipando la data al 2 dicembre.
Tuttavia sono da prendere in considerazione anche i 5 giorni di tolleranza che consentono di rimediare al pagamento con un lieve ritardo. Partendo dal 3 dicembre, così, si va al 7 del mese: un altro sabato. Di conseguenza, la scadenza slitta nuovamente arrivando fino a lunedì 9 dicembre.
Una buona notizia per i ritardatari, che avranno in totale 8 giorni per poter effettuare il versamento della sesta rata della rottamazione. Si ricorda che è possibile accedere al concordato preventivo biennale solamente se i debiti fiscali e previdenziali giunti a scadenza al 31 dicembre 2024 (oltre la soglia di 5mila euro) vengono estinti entro la data in cui l’accordo è stato sottoscritto.
Nel caso in cui tale prerogativa non fosse rispettata, il patto verrebbe meno. Questo vale sia per chi ha firmato il concordato preventivo biennale entro lo scorso 31 ottobre che per chi è intenzionato a farlo entro il 12 dicembre. Per il momento, tuttavia, non sappiamo ancora se la data di verifica del requisito relativo ai debiti fiscali e previdenziali rimarrà il 31 ottobre o se anch’essa verrà spostata al 12 dicembre.
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