Alcuni scivoli pensionistici sono sempre meno convenienti e più penalizzanti. Per le pensioni il 2025 si prospetta un anno difficile.
I lavoratori prossimi alla pensione sono preoccupati e hanno ragione. Le penalizzazioni sugli assegni sono concrete, conviene sempre più rimanere a lavoro ed evitare scivoli di pensionamento anticipato.
La Legge di Bilancio 2025 ha confermato gli scivoli pensionistici attualmente attivi e in scadenza. Parliamo di Opzione Donna, Quota 103 e l’APE Sociale. Nessuna novità all’orizzonte, dunque, in termini di Riforma delle pensioni. Anche quest’anno le risorse si sono dimostrate insufficienti per elaborare un nuovo scivolo strutturale. In più l’inverno demografico non accenna a diminuire e la popolazione invecchia sempre più. Il Governo deve trovare strade per arginare possibili problemi futuri in relazione al pagamento delle pensioni.
Se il numero dei pensionati continua a crescere mentre quello dei lavoratori si riduce come si pagheranno gli assegni tra qualche anno? Da qui la spinta fin d’ora a rimanere a lavoro il più possibile rendendo alcune misure di pensionamento anticipato meno convenienti. Lo è da sempre Opzione Donna con il sistema di calcolo contributivo per tutte le lavoratrici, indipendentemente dall’aver versato contributi prima o dopo il 1995. Nel 2024 Quota 103 ha visto introdurre cambiamenti che hanno reso la misura meno attrattiva e nel 2025 lo sarà ancora meno.
Quota 103 consente di lasciare il lavoro a 62 anni con 41 anni di contributi. Ottimo se solo i requisiti si fermassero qui. Invece c’è il sistema di calcolo contributivo per tutti a rendere la misura meno interessante. Parliamo del meno conveniente tra quelli possibili (contributivo, retributivo e misto) basandosi sul montante contributivo e applicando coefficienti di trasformazione che dipendono dall’età di uscita dal mondo del lavoro. Prima si esce più questi coefficienti saranno bassi e penalizzanti in termini di importo dell’assegno.
Ma c’è un’altra condizione scoraggiante oltre al calcolo contributivo. Per poter accedere a Quota 103 occorre rispettare il limite di importo di 4 volte il minimo. Il ricalcolo della pensione ci sarà solo al compimento dei 67 anni, quando si guadagnerà il diritto alla pensione di vecchiaia. E come se non bastasse sono state allungate le finestre di decorrenza, sette mesi per i dipendenti privati e nove per quelli del settore pubblico.
Secondo l’INPS, dunque, sarà più appetibile per i lavoratori il Bonus Maroni che è stato confermato per il 2025. Promette un incentivo per chi evita di scegliere Quota 103 e rimane a lavoro ancora qualche anno. Tale incentivo prevede il versamento della propria parte di contributi in busta paga. Significa che si avrà uno stipendio più alto ma attenzione, il valore della pensione scenderà.
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