La pensione è per sempre? Non è detto: ci sono situazioni – una in particolare – in cui l’Inps può decidere di sospendere l’assegno.
Non c’è da scherzare quando si tratta di pensione: raggiungerla è difficile ma vedersela sospendere è questione di un attimo a volte. In particolare c’è una situazione in cui l’istituto di previdenza sociale può decidere di sospendere l’assegno mensile e può anche richiedere indietro i soldi erogati fino a quel momento.
Un incubo che nessuno mai vorrebbe vivere ma che, purtroppo, è già capitato a diverse persone in Italia talvolta per una semplice noncuranza, altre volte perché non sapevano che cosa rischiavano. Considerando quanto è diventato difficile – tra età pensionabile sempre più alta e contributi – arrivare alla pensione, non è davvero il caso di mettere a rischio l’assegno Inps.
Perdere la pensione per molti – forse per tutti – può essere un vero dramma soprattutto se si vive soli e non si hanno altre fonti di reddito. Ma l‘Inps non transige e, nel caso in cui un pensionato venisse scoperto a fare una determinata cosa, l’assegno gli o le verrà immediatamente sospeso.
Mai e poi mai giocare con il fuoco e meno ancora con l’Inps visto che sta all’Inps erogarci la nostra tanto cara pensione tutti i mesi. C’è una situazione in particolare, di cui ben pochi si preoccupano, che porta alla sospensione immediata dell’assegno previdenziale. Non solo: l’Inps può anche rivolere indietro tutti i soldi erogati nel corso degli anni. Un incubo che nessuno spera di vivere!
Che cosa non bisogna mai fare quando si è in pensione? Tornare a lavorare! O meglio: non se si è andati in pensione in anticipo fruendo di certe misure. Molti pensionati, avendo un assegno troppo basso oppure volendo aiutare i figli o i nipoti, dopo essere andati in pensione tornano a lavorare o per la loro vecchia azienda oppure anche in forma autonoma come liberi professionisti. Ma si può fare?
Dipende. Chi è andato in pensione a 67 anni con la classica pensione di vecchiaia ordinaria oppure chi è andato in pensione fruendo della pensione anticipata ordinaria o di Quota 41, allora può tranquillamente tornare a lavorare sia come dipendente che come libero professionista: non vi è alcun divieto.
Invece chi ha scelto di accedere alla pensione anticipata con Ape sociale o con Quota 103, finché non avrà raggiunto l’età per la pensione di vecchiaia – cioè 67 anni – non potrà tornare a lavorare. Se l’Inps scopre che un pensionato che ha fruito di una di queste due misure lavora, allora gli sospenderà subito l’assegno e potrebbe anche chiedere indietro tutti i soldi erogati fino a quel momento. Con Quota 103 e con Ape sociale è ammesso, al massimo, il lavoro autonomo occasionale fino ad un massimo di 5000 euro all’anno.
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