La riforma pensione del governo Meloni ha delusioni molti lavoratori che si aspettavano una cancellazione della legge Fornero.
A parlare di superare la Riforma denominata “lacrime e sangue” del 2011, è stato il Ministro delle Infrastrutture dei Trasporti, Matteo Salvini, che spinge verso un restyling del sistema previdenziale.
Salvini, chiede maggiore flessibilità e l’adozione della previdenza complementare abbinata alla previdenza ordinaria.
Il governo Meloni, ha introdotto maggiore flessibilità con la Quota 103, studiata come alternativa alla Legge Fornero. Questa misura previdenziale permette ai lavoratori di uscire dal lavoro a 62 anni. Inoltre, è richiesto un’anzianità contributiva di 41 anni.
Si tratta di una misura che permette di anticipare la pensione di circa 5 anni, infatti, la pensione di vecchiaia prevede un’età pensionabile di 67 anni. La legge Fornero con l’adeguamento all’aspettativa di vita, ha innalzato il requisito anagrafico delle pensioni, portando la pensione di vecchiaia, nel 2024, a 67 anni.
Nel 2023 hanno aderito alla Quota 103 circa 20.000 lavoratori, ma nel 2024 si è avuto una drastica diminuzione della domanda. La motivazione è dovuta alla penalizzazione dell’assegno. La pensione Quota 103 è calcolata interamente con il sistema contributivo, questo significa che nel calcolo sono considerati i contributi effettivamente lavorati. Il calcolo dell’assegno con il sistema contributivo ha scoraggiato i lavoratori.
Pertanto, la legge Fornero al momento non sarà cancellata, è quanto si evince dalle parole del Ministro dell’Economica, Giancarlo Giorgetti, che ha ribadito più volte l’impossibilità di strutturare la riforma delle pensioni con la situazione economica e sociale dell’Italia. L’abolizione della riforma Fornero adesso, creerebbe un vuoto incolmabile, aumentando la pressione delle casse dello Stato e un sistema non del tutto sostenibile.
Si potrà pensare di abolire la legge Fornero, secondo la stessa Elsa Fornero, quando il sistema previdenziale sarà passato completamente al sistema contribuito. Ad oggi alcune pensione sono calcolate con il sistema retributivo e misto. Il sistema retributivo considera sia i contributi accumulati sia le ultime retribuzioni percepite dal lavoratore. Questo sistema è più vantaggioso rispetto al contributivo che può essere anche molto penalizzante a causa della vita lavorativa discontinua dei lavoratori.
Infatti, il metodo contributivo prevede il calcolo secondo un coefficiente di trasformazione che riduce l’importo in modo progressivo. Questo sistema comporta che il costo dell’anticipo è sostenuto dallo stesso pensionato senza pesare enormemente sulle casse dello Stato. Pertanto, il futuro delle pensioni in Italia è legato a un equilibrio delicato tra sostenibilità finanziaria e flessibilità in uscita.
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