Addio pensione con solo 20 anni di contributi: chi ha iniziato a lavorare dopo una certa data, rischia di dover lavorare molto di più.
Brutte notizie sul fronte delle pensioni: solo 20 anni di contributi potrebbero non bastare più per dire addio all’ufficio o alla fabbrica a godersi la tanto sospirata pensione. Anche se hai già spento 67 candeline sulla tua torta di compleanno e hai lavorato per 20 anni versando sempre i contributi, l’Inps potrebbe respingere la tua richiesta di pensionamento.
La notizia sta mandando in tilt milioni di lavoratori. Com’è possibile che ora non bastino più nemmeno 20 anni di contribuzione? La legge Fornero del 2012, infatti, è chiarissima: per andare in pensione bisogna avere 67 anni e 20 anni di contributi. E, per il momento, il Governo di Giorgia Meloni non ha aumentato né l’età pensionabile né il requisito contributivo.
E quindi? Quindi un piccolo “particolare” che ben pochi conoscono potrebbe rendere impossibile il pensionamento pur essendo in regola sia con l’età che con i contributi. La brutta notizia non riguarda proprio tutti i lavoratori ma solo coloro che hanno iniziato a lavorare e, dunque, a versare i contributi, dopo una determinata data.
Pensione: in questi casi 20 anni di contributi non bastano
La legge Fornero ci terrà compagnia anche nel 2025: per il momento la sua abolizione sembra davvero impossibile a causa della mancanza di adeguate risorse economiche nelle casse dell’Istituto di Previdenza Sociale. Dunque anche il prossimo anno, per accedere alla pensione di vecchiaia, sarà necessario avere almeno 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi. ma, purtroppo, alcuni dovranno lavorare ben più di 20 per poter uscire dal lavoro.
La legge Fornero, in realtà, non ha due requisiti ma tre. Solo che il terzo requisito lo conoscono in pochissimi anche se, a conti fatti, è importante tanto quanto gli altri due. Per accedere alla pensione di vecchiaia devono sussistere, contemporaneamente, queste tre condizioni:
- avere almeno 67 anni;
- avere almeno 20 anni di contributi;
- aver raggiunto un assegno previdenziale d’importo pari o superiore a quello dell’assegno sociale.
Il terzo requisito spesso viene tralasciato ma è fondamentale in quanto se una persona, pur avendo 67 anni e 20 di contributi, non arriva a maturare un assegno pensionistico pari almeno all’assegno sociale, non potrà smettere di lavorare. L’importo dell’assegno sociale cambia tutti gli anni: nel 2024 corrisponde a 534,41 euro al mese, nel 2025 dovrebbe salire fino a 542.
Questa regola, però, non vale per tutti ma solo per i lavoratori “contributivi puri”, cioè coloro che hanno iniziato a lavorare e versare i contributi dal 1996 in avanti, anno in cui il sistema di calcolo contributivo ha preso il posto del sistema di calcolo retributivo. Chi ha iniziato a versare contributi prima del 1996, invece, può accedere alla pensione di vecchiaia a 67 anni e con 20 anni di contributi a prescindere dall’importo dell’assegno previdenziale maturato.