La nuova manovra di Bilancio sembra voler introdurre un congedo parentale più lungo, per adeguarsi agli standard europei.
In Italia il congedo parentale sta lentamente migliorando, anche se siamo ancora ben lontani dagli standard europei in questo senso. Nella nuova manovra di Bilancio però, appare un segnale positivo, che evidenzia come anche da noi si potrebbero avere più giorni a disposizione per stare con i propri figli, con una retribuzione decente.
Quello del congedo parentale è uno dei temi più caldi nel panorama legislativo italiano. Questo tipo di congedo ha molto a che fare con il work-life balance, con la parità di diritti tra uomo e donna e con la necessità per le famiglie di poter gestire meglio il tempo con i propri figli. Insomma, dire che è di centrale importanza attualmente, non è affatto riduttivo. Al giorno d’oggi in Italia il congedo parentale ammonta per i dipendenti a 10 mesi di astensione dal lavoro per dedicarsi ai figli, e ha validità sia per il padre che per la madre, entro i 12 anni di vita del figlio.
Attenzione, perchè si tratta di 10 mesi totali, ossia da dividere tra i due genitori. Per quanto riguarda lo stipendio, questo viene riconosciuto all’80% per due mesi. Dal 2025 però, la retribuzione sarà all’80% per un mese e al 60% per un altro mese. Per i lavoratori autonomi invece, il congedo ammonta a 3 mesi per ogni genitore, per ciascun figlio, da usare entro il primo anno di vita del bambino. Insomma, siamo ancora parecchio distanti da altri Stati europei, in cui i genitori sono tutelati e in cui il loro stipendio è sicuro anche durante il congedo.
Quello che appare nella nuova manovra di Bilancio però, è un piccolo passo nella direzione giusta, che però è ancora troppo debole per essere definito una vera conquista. Infatti, una proposta nella manovra riguarda l’estensione dei mesi di congedo parentale retribuiti all’80%, da due a tre. Lo ha annunciato proprio Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia, durante la conferenza stampa in cui ha presentato la legge di Bilancio.
Questa proposta si inserisce in un ventaglio più ampio di incentivi alla natalità, che però non riguardano ancora la totalità della popolazione, ma bensì solo una fetta. Infatti, a beneficiare maggiormente dei bonus e delle agevolazioni nel 2025, saranno le famiglie con più figli e con i redditi più bassi. Queste hanno sicuramente diritto e necessità di supporto, ma siamo proprio sicuri che siano le uniche ad essere in difficoltà per quanto riguarda le spese legate ai figli?
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