I pignoramenti possono avvenire anche in situazioni delicate come l’assegno di invalidità. Scopri cosa cambia.
Il tema dei pignoramenti è sempre stato complesso, ma in alcuni casi si aggiungono complicazioni che rendono la questione ancora più delicata. Tra le situazioni più discusse c’è quella che riguarda il pignoramento dell’assegno di invalidità, una misura di sostegno fondamentale per molte persone in difficoltà economica. Ci sono circostanze in cui anche questi tipi di entrate possono essere soggetti a pignoramento, generando ulteriori preoccupazioni per i beneficiari.
Pignoramenti: anche l’assegno di invalidità può essere toccato
In linea generale l’assegno di invalidità viene considerato un aiuto economico essenziale per chi non può lavorare o ha una capacità lavorativa ridotta. Pertanto la normativa tende a proteggere questa forma di reddito da azioni esecutive come il pignoramento. Esistono però situazioni in cui anche l’assegno di invalidità può essere parzialmente pignorato. Ad esempio, in caso di debiti accumulati verso lo Stato o enti previdenziali, una parte dell’assegno può essere trattenuta per soddisfare tali obblighi.
La legge stabilisce che solo una porzione dell’assegno può essere pignorata, lasciando intatta una quota minima vitale necessaria per garantire il sostentamento del beneficiario. Questa soglia di impignorabilità viene stabilita ogni anno e varia in base all’importo totale dell’assegno e alla specifica situazione debitoria. Ciò significa che non è possibile pignorare l’intero assegno, ma solo la parte che supera il minimo vitale, che solitamente corrisponde a una cifra di circa 690 euro mensili.
Questo limite è stato pensato per evitare che persone già in difficoltà economica vengano ulteriormente penalizzate, ma nei casi di debiti fiscali o previdenziali la situazione può complicarsi, e diventa fondamentale informarsi correttamente sulle procedure e sui diritti di ciascun individuo.
Cosa fare per proteggersi
Quando ci si trova in una situazione debitoria, è importante conoscere i propri diritti e le modalità con cui si può agire per evitare situazioni estreme come il pignoramento. Il primo passo è sicuramente verificare quali siano le voci di reddito effettivamente pignorabili e in quali limiti. Questo vale non solo per l’assegno di invalidità, ma anche per altri redditi considerati “protetti” dalla legge.
Mantenere una comunicazione aperta con i creditori può aiutare a trovare soluzioni alternative al pignoramento, come rateizzazioni o piani di rientro concordati. Se il pignoramento è inevitabile, è fondamentale sapere che non tutte le somme possono essere toccate e che esistono soglie di protezione. Rivolgersi a un legale o a un esperto in materia di debiti e pignoramenti può essere la scelta migliore per comprendere a fondo i propri diritti e le azioni da intraprendere.