L’INPS non può più chiedere la restituzione della pensione in questo specifico caso, poiché si tratta di un errore significativo che potrebbe compromettere i diritti del pensionato.
Spesso accade che l’INPS richieda ai pensionati di restituire una parte delle prestazioni ricevute, come l’Assegno Sociale, a causa dei loro redditi o di quelli del coniuge. Questo perché molte delle prestazioni fornite dall’INPS sono legate al livello di reddito del pensionato. Un esempio è l’Assegno Sociale, che può essere percepito solo se il reddito del titolare è inferiore a una certa soglia, e in presenza di un coniuge, tale limite si raddoppia. Situazioni simili si applicano anche ad altre prestazioni come le maggiorazioni sociali, l’integrazione al trattamento minimo e la quattordicesima mensilità.
INPS e la restituzione della pensione
Ogni anno, l’INPS richiede ai pensionati di comunicare i loro redditi, attraverso le dichiarazioni dei redditi o il modello RED. Se il reddito varia, l’INPS può ricalcolare l’importo della prestazione, riducendola o, in alcuni casi, sospendendola. In caso di errori o comunicazioni errate, l’INPS potrebbe persino chiedere al pensionato di restituire somme percepite in eccesso. Un pensionato che vende una casa o un terreno potrebbe trovarsi in una situazione in cui il suo reddito varia, e questo può influire sulle prestazioni, anche se non sempre in modo corretto.
Come le vendite di immobili influenzano le prestazioni pensionistiche
Uno degli aspetti più complicati riguarda la gestione dei redditi derivanti dagli immobili. Se un pensionato concede in affitto una casa, l’affitto percepito sarà considerato reddito e potrà influire sul diritto alle prestazioni come l’Assegno Sociale. Tuttavia, la vendita di un immobile è un caso diverso. L’INPS, a volte, commette l’errore di considerare il ricavato di una vendita come un reddito che può incidere sul diritto alle prestazioni. Tuttavia, la giurisprudenza ha chiarito che i proventi derivanti dalla vendita di un immobile non devono essere considerati alla stregua di un reddito periodico, e quindi non influenzano il diritto a ricevere l’Assegno Sociale o altre prestazioni simili.
Per esempio, se un pensionato affitta una casa e riceve 300 euro al mese, l’INPS potrebbe ridurre l’Assegno Sociale di pari importo. Se invece l’affitto supera i 534 euro al mese, l’Assegno Sociale potrebbe essere sospeso del tutto. Nel caso in cui il pensionato sia sposato, i limiti di reddito si alzano, offrendo un margine maggiore. Tuttavia, la vendita di una proprietà non dovrebbe mai incidere sulle prestazioni pensionistiche, poiché i proventi non sono considerati reddito continuativo o periodico.
La distinzione tra redditi derivanti da affitti e quelli da vendite immobiliari è fondamentale per comprendere come le prestazioni INPS possano essere influenzate. Se da un lato i canoni di affitto possono ridurre o eliminare l’Assegno Sociale, dall’altro la vendita di un immobile non dovrebbe intaccare il diritto a riceverlo.