La restituzione della NASPI, è un’eventualità rara ma che può verificarsi. Ecco quando succede.
È raro eppure può succedere. Alcuni percettori di NASPI si sono trovati a dover restituire la somma percepita nel corso del tempo perchè non spettante. Nello specifico, il caso di un lavoratore con contratto a termine. Il nodo della questione si pone quando il contratto a termine, successivamente dichiarato illegittimo, viene trasformato retroattivamente in un contratto a tempo indeterminato. La Cassazione ha quindi deciso di rivolgersi alle Sezioni Unite per stabilire se, in questi casi, il lavoratore sia tenuto a restituire la NASPI all’INPS.
La NASPI: il rischio di doverla restituire
La NASPI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) è una prestazione erogata dall’INPS destinata ai lavoratori dipendenti che si trovano involontariamente senza occupazione. Questo sussidio è pensato per garantire un minimo di sostegno economico durante il periodo di disoccupazione. Per ottenere la NASPI, il lavoratore deve soddisfare alcuni requisiti, tra cui aver maturato almeno 13 settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti l’inizio della disoccupazione.
Il caso discusso in Cassazione riguarda un dipendente che, dopo la cessazione del proprio contratto a termine, ha chiesto e ottenuto la NASPI. Allo stesso tempo, il lavoratore ha contestato la validità del contratto a termine, chiedendo la sua trasformazione in un contratto a tempo indeterminato. In questo modo si è verificato un illecito, in quanto seppur cessato il contratto a tempo determinato, ne era subentrato uno a tempo indeterminato, motivo per cui il dipendente non avrebbe potuto richiedere la NASPI, riservata esclusivamente alle persone disoccupate.
Il giudice del lavoro ha accolto la richiesta e ha convertito il contratto con effetto retroattivo, imponendo al datore di lavoro anche il risarcimento dei danni.
In seguito a questa decisione, l’INPS ha chiesto al lavoratore di restituire la NASPI, sostenendo che la retroattività della conversione del contratto annullava lo stato di disoccupazione. Secondo l’INPS, il dipendente non avrebbe quindi avuto diritto all’indennità.
Come avviene la restituzione
In generale la restituzione della NASPI viene richiesta dall’INPS nei casi di indebito, ossia quando si scopre che il lavoratore non aveva diritto all’indennità o che l’importo percepito era superiore a quello dovuto. L’INPS invia una comunicazione con la richiesta di restituzione, e il lavoratore può scegliere se contestare tale richiesta o concordare una modalità di rimborso rateale. Nel caso della conversione retroattiva del contratto, la situazione è più complessa. Le Sezioni Unite dovranno stabilire se il principio di retroattività giustifichi la restituzione della NASPI oppure se sia più opportuno considerare il periodo effettivo di disoccupazione vissuto dal lavoratore.