La Francia vuole la scalinata di Trinità dei Monti? Quali sono le dinamiche e le ragioni dietro a questa controversia che sta attirando l’attenzione?
Recentemente, la Corte dei conti francese ha sollevato preoccupazioni riguardo alla gestione delle proprietà ecclesiastiche a Roma da parte della “Pieux établissements de la France à Rome”. Questo ente, sotto l’ambasciata francese presso la Santa Sede, si occupa di beni e immobili di grande valore. Tuttavia, la sua amministrazione è stata definita “carente” e “poco attenta”, con un particolare riferimento alla mancanza di aggiornamenti sull’inventario dei beni, inclusa la celebre chiesa di Trinità dei Monti e la scalinata che conduce a piazza di Spagna.
A Roma, si possono trovare cinque chiese con legami diretti alla comunità francese. Tra queste, ci sono San Francesco a Ripa, Santa Maria dell’Anima, San Claudio dei Francesi, San Luigi dei Francesi, celebre per il ciclo di San Matteo realizzato da Caravaggio, e ovviamente Trinità dei Monti. Inoltre, ci sono altri tredici immobili di proprietà francese nella capitale, tutti amministrati dalla “Pii Stabilimenti”. Questi beni sono stati oggetto di accordi diplomatici tra la Francia e il Vaticano risalenti al Settecento, che regolano la loro gestione.
La Corte dei conti ha recentemente criticato in modo deciso la gestione di queste proprietà, parlando di decisioni poco chiare e chiedendo maggiore trasparenza. Alcuni interpretano le osservazioni della Corte come un tentativo di rivendicare la proprietà della scalinata e delle chiese, portando a un dibattito sulla legittimità della gestione da parte della “Pii Stabilimenti”.
La scalinata di Trinità dei Monti, progettata dall’architetto francese Francesco de Sanctis e realizzata tra il 1723 e il 1725, rappresenta un simbolo del legame culturale tra Francia e Italia. I Re di Francia, in particolare Luigi XV, finanziarono la sua costruzione come gesto di devozione alla Chiesa. La chiesa stessa è stata affidata ai monaci francesi dal 1585, evidenziando la presenza storica francese a Roma.
Recentemente, i contabili francesi hanno messo in evidenza che il dominio di Trinità dei Monti, ceduto a comunità religiose per gestire una scuola per ragazze, è attualmente occupato da un’istituzione italiana con costi di iscrizione elevati. Questo contrasta con l’accordo del 1828, che stabiliva che l’istruzione dovesse avere un carattere francese e promuovere la cultura francese. Infatti, solo il 3% degli studenti dell’istituto Sacro Cuore di Trinità sono di origine francese.
Le reazioni a questa situazione non si sono fatte attendere. Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e membro di Fratelli d’Italia, ha commentato sarcasticamente l’interesse francese, suggerendo di mandare esperti a valutare i beni sottratti all’Italia nel corso della storia, facendo riferimento a opere d’arte importanti custodite nel Louvre.
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