Anche a Roma stop ai bnb, un provvedimento non solo a favore dei cittadini ma anche dei turisti stessi. Ecco cosa sta per cambiare.
La questione della regolamentazione dei bed & breakfast (B&B) e delle case vacanze nel centro di Roma è al centro del dibattito. L’assessore capitolino al Turismo, Alessandro Onorato, ha sollevato la necessità di una legge nazionale che permetta ai comuni di bloccare la proliferazione incontrollata di queste strutture. Onorato ha spiegato che attualmente i comuni italiani, inclusa Roma, non hanno l’autorità per fermare l’apertura di nuovi B&B o case vacanza.
A Roma stop ai bnb, per un motivo ben preciso
Onorato ha evidenziato che, mentre è possibile limitare il numero di ristoranti, non esiste attualmente una normativa che permetta di impedire l’apertura di strutture ricettive extralberghiere. L’intenzione sarebbe quella di sospendere nuove aperture per un periodo limitato, di due o tre anni, nelle aree del centro storico di Roma, riconosciute come sito UNESCO. L’obiettivo è quello di tutelare il patrimonio culturale della città, il diritto dei residenti a vivere in un ambiente non soffocato dal turismo di massa e proteggere l’artigianato locale, rinomato a livello internazionale.
Un passo avanti è stato fatto con l’introduzione del Codice Identificativo Nazionale (CIN), una riforma legata agli affitti brevi. Tuttavia secondo Onorato, il CIN non è sufficiente a risolvere il problema.
Questo codice rilasciato dalla Regione, permette alle strutture di iscriversi a un registro, ma non garantisce che siano conformi ai requisiti del Comune. Esiste il rischio che strutture non idonee o addirittura abusive possano ottenere il CIN, aggirando così le normative locali.
Aumenta anche la tassa di soggiorno a Roma
Un altro tema caldo in questi giorni riguarda la tassa di soggiorno, un argomento che ha suscitato molte discussioni. Anche su questo punto l’assessore Onorato ha espresso la sua opinione, sottolineando l’assurdità di non poter diversificare l’importo della tassa in base alla zona in cui si trova la struttura ricettiva. È ingiusto, a suo dire, che un turista che soggiorna in un hotel in una zona centrale come Piazza di Spagna paghi la stessa cifra di chi alloggia in zone periferiche. A tal proposito, l’amministrazione ha avviato una collaborazione con AirBnb per incrociare i dati e condurre controlli più mirati. Sul fronte della trasparenza, il ministero del Turismo ha reso noti i risultati del primo periodo di operatività della Banca dati strutture ricettive. Solo nella prima settimana dall’entrata in vigore della normativa, sono stati rilasciati 104mila CIN.