Le concessioni balneari sono state prorogate fino a settembre 2027, e finalmente dopo tanta attesa ci sono nuovi sviluppi.
Questa estate non si è fatto altro che parlare delle concessioni balneari, per capire quale sarebbe stato il loro futuro e come sarebbero state gestite le cose d’ora in poi. Dopo tanta attesa, è arrivata la proroga, che rimanda il tutto a settembre 2027, prendendo ancora tempo, ma anticipa anche grandi novità.
Concessioni balneari
In Italia, le concessioni balneari non funzionano nello stesso modo che nel resto del mondo, e da tempo si era in attesa di una svolta, che finalmente, dopo un’estate di rinvii e rimandi, è arrivata. La proroga rimanda il problema al 2027, e nello specifico al mese di settembre, quando scadranno tutte le concessioni attualmente attive. Cosa succederà però successivamente? Il decreto governativo che proroga le concessioni anticipa già la risposta, e annuncia che entro il mese di giugno 2027 dovranno essere avviate le gare per le nuove concessioni.
Nelle gare, gli stabilimenti attualmente operanti non avranno alcun vantaggio rispetto agli altri partecipanti. Questo quanto dice il decreto, ma in una bozza si legge anche che sono possibili nuove deroghe alle scadenze, qualora si presentassero “ragioni oggettive”, che però non potranno andare oltre il 31 marzo 2028.
Come funzionerà in futuro?
Fino al 30 settembre 2027 quindi, nulla cambierà. Cosa succederà però dopo questa data X? Sul decreto stesso si legge che le nuove concessioni avranno una durata che va “da un minimo di 5 ad un massimo di 20 anni, al fine di garantire al concessionario di ammortizzare gli investimenti effettuati, l’assunzione di lavoratori impiegati nella precedente concessione, che ricevevano da tale attività la prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare, l’indennizzo per il concessionario uscente a carico del concessionario subentrante e pari al valore dei beni ammortizzabili e non ancora ammortizzati e all’equa remunerazione degli investimenti effettuati negli ultimi 5 anni”.
Nonostante sia chiaro che gli attuali concessionari non avranno alcun canale preferenziale nelle nuove gare, il governo inserisce tra i criteri di valutazione delle offerte anche “l’essere stato titolare, nei cinque anni precedenti, di una concessione balneare quale prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare”, come spiega Palazzo Chigi. Saranno gare eque, ma sicuramente con punti a favore di chi ha già una concessione, rispetto a chi ne è privo. Questo però non sarà l’unico parametro, e su tutti gli altri si giocherà la partita. Non resta che vedere cosa accadrà da qui al 2027 e come si impronteranno le gare, quali saranno i criteri di giudizio e come avverrà l’assegnamento delle nuove concessioni.