Attenzione ai pagamenti con carta, possono essere un’arma a doppio taglio. Scopriamo insieme come evitare di pagare due volte.
Negli ultimi anni, l’uso delle carte di credito e dei pagamenti tramite smartphone è aumentato notevolmente, specialmente tra i giovani, che preferiscono questi metodi di pagamento al contante. In risposta a questa tendenza, il Governo ha reso obbligatorio per tutte le attività commerciali dotarsi di un POS, permettendo a tutti i clienti di pagare con carta. Nonostante questa normativa, non tutti gli esercenti rispettano l’obbligo, e alcuni cercano persino di trarre vantaggio da chi utilizza pagamenti elettronici.
L’adozione crescente di metodi di pagamento tecnologici ha portato alla nascita di nuove truffe, messe in atto da persone che cercano di approfittare della semplicità e della velocità con cui avvengono le transazioni. Basta infatti avvicinare la carta di credito o lo smartphone al POS per effettuare un pagamento. Questo, se da un lato rende le transazioni più comode, dall’altro facilita il compito di chi vuole frodare i consumatori.
Una delle prime regole per evitare problemi è quella di verificare sempre l’importo che viene addebitato prima di avvicinare il dispositivo di pagamento al POS. Un errore, come l’aggiunta di uno zero in più, potrebbe infatti causare una perdita di centinaia di euro. Anche se questo errore può essere involontario, è sempre bene essere prudenti, soprattutto perché alcuni commercianti potrebbero sfruttare la distrazione del cliente per aggiungere costi non dovuti.
Inoltre non è raro che alcuni esercenti, contrari al pagamento con carta a causa delle commissioni applicate sulle transazioni, tentino di trasferire questi costi aggiuntivi direttamente ai clienti.
Questa pratica è completamente illegale. Alcuni commercianti aggiungono un sovrapprezzo quando un cliente sceglie di pagare con carta, una mossa che è vietata dalle normative europee e italiane. In particolare, l’articolo 62 del Codice del Consumo e la direttiva europea PSD2 stabiliscono che è illegale richiedere un supplemento per l’uso di metodi di pagamento elettronici.
Un caso emblematico è quello che ha visto protagonista un bar di Venezia. Un cliente dopo aver pagato circa 4 euro, ha notato sullo scontrino un addebito aggiuntivo di 1 euro per il “servizio pagamento bancomat“. Questo scontrino, una volta condiviso sui social, è diventato virale, portando alla luce questa pratica illegale. Se il cliente non avesse prestato attenzione, avrebbe pagato una somma non dovuta, violando così i suoi diritti come consumatore.
Per evitare di cadere in queste trappole, è fondamentale controllare sempre con attenzione gli scontrini e i prezzi indicati nei menù prima di effettuare il pagamento. Se notate un supplemento ingiustificato sullo scontrino, è importante agire immediatamente. In questi casi, la cosa migliore da fare è contattare le forze dell’ordine, che potranno intervenire per farvi riavere i soldi e sanzionare il commerciante che ha applicato il sovrapprezzo illegale.
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