A Formello la fattoria del futuro: una ragazza di 29 anni è partita da zero e sta creando una realtà che unisce agricoltura e arte.
La storia di Beatrice Tomassi, la creatrice di NAGA, è una storia che parla di passione, intenzione e grande impegno. Beatrice ha un sogno, e con NAGA lo sta realizzando: tornare alle origini, guardando al futuro e unendo l’agricoltura all’arte, per creare bellezza e prodotti di altissima qualità.
La storia di Beatrice
Quando si pensa ad una fattoria, raramente le si associa l’arte. Non è detto però, che qualcosa che non è mai stato fatto (o fatto molto poco), non possa essere la chiave per il futuro. Ed è proprio in questo che crede Beatrice, una ragazza romana di 29 anni che nel 2020 ha acquistato un terreno agricolo e che oggi sta costruendo un progetto ambizioso ma coi piedi per terra, che intende cambiare le fattorie nell’immaginario collettivo.
Infatti, quello che Beatrice sta costruendo, è una fattoria del futuro, nata dalle sue esperienze e dai suoi studi in giro per il mondo. La ragazza, dopo aver vissuto in Asia, in Inghilterra, in Svezia e a Malta, ha deciso di tornare nella sua città di origine, e di cercare qui il terreno adatto per il suo progetto di agricoltura sostenibile a tutto tondo. Da qui nasce NAGA (Natura, Agricoltura e Arte), la sua fattoria del futuro che si trova a Formello, e che fornisce nientemeno che Gabriele Bonci, il famoso panificatore romano.
La fattoria del futuro
NAGA si trova a Formello, nella zona archeologica del Parco di Veio, e qui già prima di Beatrice esisteva un’azienda con tutti i permessi in regola e in regime biologico. Al suo arrivo, Beatrice adotta un approccio rigenerativo, e restituisce al terreno quello che in precedenza gli era stato sottratto in termini di salute. In questo modo, non solo il suolo è in grado di fruttare meglio, ma anche di essere più sano, aumentare la biodiversità e rafforzare l’ecosistema circostante. Per la scelta delle colture, Beatrice opta per un misto tra seminativi e foraggi, e per un frutteto misto.
“Non limitandomi a noccioli e uliveti, ma anche pensando alla questione climatica, che in futuro determinerà scelte diverse” dice Beatrice, che così facendo sta attirando larve e insetti benefici e utili per l’impollinazione. Riguardo l’arte, Beatrice racconta che vorrebbe invitare artisti sia nei campi che nelle sue cantine, “perchè è un linguaggio perfetto per veicolare alcuni valori e generare altra bellezza”.
Con questo progetto Beatrice vuole non solo creare prodotti di altissima qualità, ma anche unire la produzione agricola e la tutela dell’ecosistema ai risvolti sociali e all’arte, per dare valore alla comunità e presentare un modello diverso di agricoltura e di vita.