Ci sono sempre più cinghiali a Viterbo, e sia l’agricoltura che la sicurezza dei cittadini è a rischio in tutta la provincia.
La situazione dei cinghiali è decisamente degenerata in tutto il viterbese, dove la presenza massiccia degli animali mette in pericolo sia l’agricoltura che la sicurezza dei cittadini. Ecco i numeri allarmanti dei cinghiali e la proposta shock di Coldiretti: che fine faranno tutti questi animali?
Sempre più cinghiali a Viterbo
Se sulle pagine social e nei video virali la presenza dei cinghiali a Roma e nelle altre zone del Lazio genera ilarità e sorrisi, nella realtà delle cose la situazione è ben più grave, soprattutto considerando l’aumento del numero di incidenti in cui questi sono coinvolti, e l’incrementarsi delle vittime. Infatti, stando ad un rapporto di Coldiretti Lazio, solo nella Tuscia sono presenti ben 250.000 cinghiali. Il centro nevralgico delle presenze si riscontra nella zona attorno a Viterbo, poichè solo qui se ne contano 80.000 esemplari.
A causa delle incursioni dei cinghiali, gli agricoltori stanno subendo danni ingenti, che attualmente superano i 5 milioni di euro. I cinghiali, secondo le parole della Presidente di Coldiretti Viterbo Maria Beatrice Ranucci, attaccano quasi tutte le colture, “dall’uva agli alberi da frutto, fino alle patate”. Se questo non bastasse, è in aumento anche il rischio di peste suina, che minaccia principalmente gli allevamenti di Cinta Senese, la più esposta ai contagi.
Problemi ad agricoltura e cittadini
Oltre ai raccolti e agli allevamenti, ad essere a rischio incolumità sono anche i cittadini, visto l’aumento degli incidenti tra i cinghiali, gli automobilisti e i motociclisti. Per cercare di porre un freno a questa situazione, a seguito del sit-in dello scorso luglio, e dell’approvazione del Piano straordinario di contenimento dei cinghiali, lo stesso Francesco Rocca, Presidente della Regione Lazio, ha rassicurato circa gli interventi di prossima attuazione.
Il Piano consiste in un abbattimento efficace dei cinghiali, e per farlo prevede il coinvolgimento attivo sia dei proprietari e degli affittuari dei fondi che delle persone da loro delegate, tutti opportunamente formati e in possesso di una licenza per la caccia. Altri interventi riguarderanno la costituzione a livello provinciale di un corpo di guardie venatorie. Insomma, le azioni da fare sono molte e anche molto urgenti, perchè gran parte della filiera agricola della Tuscia è in pericolo, e con lei anche l’incolumità sulle strade del viterbese e la sicurezza dei cittadini in tutta l’area.