L’aumento dei biglietti dei trasporti nel Lazio partirà da settembre, e non prevede nulla di buono per i cittadini: tariffe più alte del 25%.
I cittadini del Lazio dovranno prepararsi a mettere mano al portafoglio nel mese di settembre, perchè è previsto un aumento dei biglietti dei trasporti in tutta la Regione. I biglietti Atac e Cotral sono sul banco delle discussioni da tempo, ma settembre sarà il mese X, anche se sia Roma Capitale che la Regione Lazio stanno provando a trovare un compromesso.
Del rincaro dei prezzi dei biglietti di Atac e Cotral si parla in realtà già da un anno, e non è certo una notizia che sconvolge gli animi dei cittadini laziali. Questo però non toglie la rabbia che genera, poichè i biglietti per le corse singole dei mezzi pubblici subiranno un aumento del 25%, ossia passeranno dal costare 1,50 euro a 2 euro. Anche gli altri biglietti subiranno delle variazioni, e tutto dipende dal contratto firmato nel lontano 2018, e che scadrà nell’altrettanto lontano 2032.
Un rincaro quindi già deciso e deliberato, che però all’atto pratico non porta alcun beneficio politico né a Roberto Gualtieri, Sindaco della Città Eterna, né a Francesco Rocca, governatore del Lazio. Ecco perchè, anche se la misura doveva entrare in vigore da luglio, si sta ancora temporeggiando. Quello che si sta cercando, è un compromesso che non vada a far perdere entrate alle casse regionali, ma che allo stesso tempo non rappresenti uno svantaggio economico tanto grande per i cittadini e i viaggiatori del Lazio.
Per scongiurare l’aumento dei prezzi dei biglietti, quello che servirebbe sarebbero circa 22 milioni di euro, che andrebbero a riempire un buco consistente. Questi soldi però, sono di difficile reperimento, e per settembre non sembra proprio esserci nulla da fare. Devono quindi prepararsi, i cittadini laziali, a pagare di più per usufruire degli stessi identici servizi che hanno ora. Nello specifico, i biglietti a tempo (BIT) costeranno non più 1,50 euro, ma 2 euro. Inoltre, l’abbonamento mensile passerà da 35 a 46,70 euro, e quello annuale da 250 a 350 euro.
Insomma, mica bruscolini, come si dice a Roma! Per far sì che questi rincari non diventino effettivi, il governatore Rocca dovrebbe bloccare il provvedimento con una delibera della giunta regionale, proponendo una soluzione alternativa e stanziando i famosi 22 milioni di cui sopra. Questi, ipoteticamente, dovrebbero provenire dal fondo nazionale dei trasporti, che però ha già terminato i fondi sia per quest’anno e anche, probabilmente, per gli anni a venire.
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