L’Anbi ha dichiarato allarme siccità nel Lazio, la situazione è gravissima: la Regione soffre la mancanza di acqua.
Nel Lazio c’è ufficialmente un allarme rosso che riguarda la siccità, e a diramarlo è l’Anbi, l’associazione dei consorzi di bacino, tramite il suo usuale rapporto settimanale sulle risorse idriche della nostra Pensila. La situazione è quanto mai drammatica, e la Regione soffre l’assenza di piogge.
Il mese di luglio appena concluso è stato il più caldo della storia per la Città Eterna, e tutti i romani hanno faticato a dormire la notte, nonostante ventilatori e condizionatori perennemente in funzione. Questo caldo eccezionale figlio del cambiamento climatico però non interessa solo Roma, ma tutta la Regione, tanto che la condizione delle risorse idriche del Lazio ha iniziato a preoccupare anche l’Anbi, l’associazione dei consorzi di bacino. Questa, nel suo report settimanale sullo stato delle risorse idriche italiane, ha lanciato l’allarme rosso per il Lazio.
“E’ ora il Lazio ad entrare in allarme rosso” ha annunciato l’Anbi nel bollettino, con un occhio particolarmente concentrato sulla città di Roma che, stando ai dati, presenta il peggior bilancio idrologico da più di 25 anni a questa parte. A pesare sulla Capitale è la portata sotto media dei bacini acquiferi della dorsale appenninica, che procurano gran parte delle risorse idriche di Roma. Se questo caldo continuerà, probabilmente ci saranno misure drastiche da prendere nella Città Eterna.
Il rischio principale, se il caldo incredibile che sta sfiancando Roma e tutto il Lazio perdurerà, consiste in un intervento nell’erogazione d’acqua potabile, che potrebbe essere sottoposto a restrizioni. L’ipotesi, per quanto possa sembrare lontana e appartenente a zone ben più aride del globo, non è in realtà così distante, purtroppo. Inoltre c’è da considerare anche l’enorme uso di acqua a fini agricoli che interessano la città di Roma, poichè la Capitale è, come ricorda Massimo Gargano, direttore generale dell’Anbi, “il più grande comune agricolo d’Europa”.
Aumenta anche il rischio di incendi nelle zone più aride e secche, e a tutti i cittadini su strade e autostrade si raccomanda di non gettare mozziconi di sigarette in giro, perchè potrebbero generare proprio incendi vasti e pericolosi. Stando al bollettino dell’associazione, solo in questa settimana il Lago di Nemi ha perso 4 cm di livello, mentre il Tevere rimane stabile sotto gli 80 metri cubi al secondo. Questo mette in pericolo i prelievi idrici destinati all’agricoltura, poichè aumenta l’intrusione del sale alla foce. Nella provincia di Frosinone, infine, i mesi di giugno, aprile, gennaio 2024, ottobre e settembre 2023 sono stati anche più aridi del 2017, un anno riconosciuto come il più critico dal punto di vista della siccità. La crisi idrica laziale è una realtà con cui dovremo fare i conti, se il caldo non smette di intensificarsi!
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