Carceri, sale la rabbia tra le sbarre: pericolosa escalation di proteste e di aggressioni nei confronti della polizia carceraria
Negli ultimi anni, il sistema carcerario italiano è stato teatro di un preoccupante aumento di proteste e aggressioni nei confronti del personale della polizia penitenziaria. Questo trend allarmante emerge chiaramente dall’ultima audizione al Senato del garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. I dati parlano chiaro: dal 2016 al 2023 gli eventi critici sono passati da 63.897 a ben 153.145, con il 2024 che si prospetta come un anno da record in termini di tensioni e violenze.
Il sovraffollamento sembra essere la principale causa alla radice dell’aumento delle tensioni nelle carceri italiane. Attualmente, i detenuti ammontano a 61.140 rispetto ai 46.982 posti disponibili, portando l’indice di sovraffollamento al 130,06% su scala nazionale. In particolare, l’istituto di San Vittore si distingue negativamente per il suo indice di sovraffollamento che raggiunge il picco del 231,15%, a causa della chiusura di alcuni reparti.
Le forme attraverso cui si manifesta il disagio detentivo sono molteplici e vanno dalle aggressioni fisiche verso gli agenti della polizia penitenziaria – che nei primi sette mesi dell’anno hanno visto un incremento significativo passando da 978 nel corso dell’intero anno precedente a 1.194 – alle proteste collettive ed individuali come scioperi della fame o astensione dal lavoro o attività ricreative. Anche i gesti estremamente gravi come suicidi e tentativi di suicidio hanno registrato una preoccupante crescita.
Esempi eclatanti del crescente clima di tensione sono stati la rivolta nel carcere minorile Beccaria e la devastazione avvenuta a Torino, dove le strutture detentive sono state teatro di vere azioni distruttive da parte dei detenuti. Queste manifestazioni estreme non solo evidenziano lo stato critico in cui versano alcune istituzioni penitenziarie ma lanciano anche un segnale d’allarme sulle condizioni generalmente degradate all’interno delle prigioni italiane. Di fronte a questa situazione sempre più tesa, il Garante Nazionale dei Detenuti svolge un ruolo cruciale nell’audizione delle problematiche legate alla vita carceraria e nella promozione dei diritti fondamentali delle persone private della libertà personale. L’aumentare degli eventi critici viene interpretato come diretta espressione del disagio vissuto dai detenuti che spesso sfocia in attacchi contro se stessi o contro chi opera quotidianamente all’interno delle strutture penitenziarie.
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