Università, Bassetti dice la sua sui test Medicina: usarli in questo momento è “sbagliato e anacronistico, i controlli siano severi”
In un contesto nazionale dove la carenza di medici si fa sempre più pressante, sia negli ospedali che sul territorio, e con un numero significativo di posti nelle scuole di specializzazione che rimangono vacanti, il dibattito sul sistema di ammissione alle facoltà di Medicina torna prepotentemente alla ribalta. La vigilia della seconda sessione delle prove d’ingresso per i corsi di laurea in Medicina e Veterinaria riaccende le polemiche su un metodo di selezione considerato da molti obsoleto e inefficace.
Il test a scelta multipla, strumento attualmente utilizzato per regolare l’accesso ai corsi universitari in questione, è finito sotto il mirino delle critiche dopo i risultati quantomeno sorprendenti emersi dalla sessione di maggio. Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del policlinico San Martino a Genova, non usa mezzi termini nel descrivere la situazione: “Il test ha prodotto risultati molto strani”, dichiarando apertamente la necessità che i controlli nella prossima sessione siano “severissimi” al fine di restituire dignità a un processo di selezione ritenuto “anacronistico e sbagliato”.
Medicina, la riforma del numero chiuso: una necessità impellente
La questione del numero chiuso rappresenta da anni uno dei nodi più controversi dell’università italiana. Bassetti sottolinea come sia urgente procedere verso una vera riforma che possa introdurre criteri meritocratici più equilibrati nella selezione degli aspiranti medici. L’attuale sistema basato su test a crocette viene visto come riduttivo e penalizzante per quegli studenti che pur avendo passione e capacità per la medicina vengono esclusi per errori minimi.
Negli ultimi vent’anni il rigido meccanismo del numero chiuso ha costretto all’esclusione moltissimi giovani talentuosi dalla carriera medica. Questa situazione non solo ha privato il sistema sanitario nazionale di potenziali eccellenze professionali ma ha anche contribuito ad aggravare il problema della carenza dei medici in Italia. La riflessione proposta da Bassetti invita quindi a considerare gli effetti a lungo termine delle politiche universitarie sulla qualità dell’assistenza sanitaria nel paese.
L’appello lanciato dal direttore della Clinica genovese va nella direzione di una revisione profonda dei criteri d’ammissione ai corso di laurea in medicina. Una selezione che premiasse realmente il merito sarebbe non solo più giusta ma anche più funzionale alle esigenze del sistema sanitario italiano. In questo modo si potrebbero valorizzare le vocazioni autentiche alla professione medica ed evitare sprechi generazionali di talento e passione.
L’imminente prova d’ammissione a Medicina riporta in primo piano l’esigenza critica di rivedere un modello ormai datato per garantire un futuro migliore al settore sanitario italiano.Un cambiamento radicale sembra essere l’unica via perseguire l’eccellenza nella formazione medica in Italia.