Un appello di un gruppo di genitori di bimbi disabili di Roma, ha lanciato un allarme: ‘a rischio frequenza centri estivi ad agosto’
Un grido d’allarme si leva dal cuore di Roma, precisamente dal quartiere Prati, dove un gruppo di genitori di bambini disabili frequentanti il centro estivo della scuola Pistelli lancia un appello disperato. La mancanza di fondi sta mettendo a serio rischio la continuità della frequenza dei loro figli alla struttura durante il mese di agosto. “Vergogna! Non è una situazione isolata ma riguarda praticamente tutta Roma”, denunciano i genitori all’Adnkronos, evidenziando come il Municipio I abbia comunicato l’esaurimento dei fondi necessari per garantire il servizio fino alla prima settimana di agosto.
Le famiglie si trovano ora in una posizione estremamente difficile. “Sono bambini che hanno bisogno di socializzare, è la loro principale cura”, proseguono i genitori sottolineando come molti contassero sui centri estivi per garantire ai propri figli attività e interazioni fondamentali per il loro benessere psicofisico fino ai primi giorni di agosto. Ora, con terapisti in ferie e costi proibitivi richiesti da baby sitter spesso non adeguatamente formate per gestire certe tipologie di disabilità, molte famiglie si trovano senza alternative.
Centri estivi: priorità discutibili
La frustrazione cresce anche nei confronti delle priorità amministrative della città. “Invece di pensare ad alberi e fontane, si pensi soprattutto a bambini che hanno necessità particolari”, rimarcano i genitori evidenziando una percezione diffusa che le esigenze dei loro figli vengano messe in secondo piano rispetto ad altre iniziative urbane.
Gli appelli lanciati dai genitori prima dell’apertura dei centri estivi sembrano essere caduti nel vuoto. Avevano già messo in luce come i budget destinati alle cooperative incaricate dell’assistenza ai bambini disabili fossero insufficienti. “È una situazione che si ripete ogni anno”, lamentano i genitori riferendosi all’assenza cronica degli operatori necessari a garantire cure individualizzate (uno a uno) essenziali per questi bambini.
La cooperativa del centro estivo della scuola Pistelli sta cercando soluzioni tampone; tuttavia, le ore disponibili (120 totalmente per l’ultima settimana) sono lungemente insufficiente secondo quanto riportato dai genitori. Di conseguenza, i 20 bambini coinvolti sono costretti a ridurre il tempo trascorso al centro o addirittura a saltare alcune giornate alternandosi nella frequenza.
Questo scenario mette in luce non solo la specifica crisi del centro estivo della scuola Pistelli ma riflette una problematica più ampia che affligge numerosissime famiglie romane alle prese con la gestione delle esigenze specialistiche dei propri figli durante il periodo estivo.