Lo stabilimento balneare può procedere ad una perquisizione prima di entrare in spiaggia? Ecco la normativa cosa prevede.
In piena estate emergono fortissime polemiche sui divieti di introduzione di bevande e cibi negli stabilimenti balneari. Divieti che molto spesso sono illegittimi, ma che non impediscono a tanti gestori di eseguire delle autentiche perquisizioni all’ingresso, al fine di impedire l’ingresso di panini, bibite e prodotti di questo tipo.
Le perquisizioni sono tanto illegittime quanto i cartelli di divieto e le imposizioni degli stabilimenti balneari. Per tutelare in maniera efficace i propri diritti, però, è necessario conoscere adeguatamente tutte le possibili situazioni e capire come difendersi per far valere i propri diritti davanti al gestore del lido di riferimento.
Il divieto di introdurre cibo e bevande in uno stabilimento balneare è da ritenersi illegittimo per diversi motivo. Il primo è che i gestori non possono negare l’accesso al lido ai clienti paganti e imporre i loro servizi accessori come quello della ristorazione. Quello che può verificarsi legittimamente, facendo attenzione che non sia una strategia per arrivare al divieto, è limitare la consumazione in alcune aree al fine di mantenere ordine e pulizia.
Le restrizioni di questo tipo sono ammesse solo se limitate ad alcune zone e valide anche per i generi alimentari acquistati dallo stabilimento balneare. Il divieto diventa legittimo quando ci sono locali bar e ristoranti gestiti dal lido. Questo perché il ristoratore ha la piena responsabilità in caso di contaminazioni, violazioni delle norme igieniche, malori a problematiche di questo tipo.
Descritte le situazioni di legittimità del divieto, in merito alla perquisizione possiamo dire che questa non è mai legale, poiché deve essere eseguita esclusivamente dalle forze dell’ordine. In questo caso è da intendersi come controllo forzato e obbligatorio, indipendentemente dalla volontà personale. È ammessa, invece, l’ispezione volontaria con il cittadino che acconsente al controllo dello zaino o svuota la borsa intenzionalmente.
L’ingresso allo stabilimento balneare non può dipendere dalla perquisizione, neanche se spontanea. Il discorso non vale per i servizi di ristorazione, in cui la sola condizione d’accesso è essere disposti a pagare il prezzo per il servizio, ma la tutela della sicurezza pubblica può essere una giustificazione. Selezionare la clientela è valido, nei locali aperti al pubblico, solo in presenza di ragioni oggettive che giustificano l’interesse del gestore.
Davanti ad un divieto illegittimo o una richiesta di perquisizione si può agire in due modi: avviare una causa civile per il risarcimento danno e denunciare il lido per reato di violenza privata. In genere, dimostrare di conoscere i propri diritti è sufficiente ad evitare la perquisizione o ricevere maggiori spiegazioni sulla legittimità della richiesta.
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