Addio Spotify, chiude definitivamente il servizio: partono i rimborsi per gli abbonati

Un’inaspettata decisione scuote il mondo della musica in streaming. Gli utenti si trovano di fronte a una notizia che potrebbe cambiare le loro abitudini d’ascolto.

L’annuncio è arrivato come un fulmine a ciel sereno, lasciando molti utenti sorpresi e disorientati. Spotify, il colosso dello streaming musicale che ha rivoluzionato il modo in cui ascoltiamo la musica, ha preso una decisione che sta facendo discutere. La notizia ha scatenato reazioni contrastanti sui social media: molti si chiedono quali saranno le conseguenze per la musica digitale.

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Una mazzata per gli amanti di Spotify – lazio5stelle.it

Mentre alcuni vedono questa mossa come un passo indietro nell’evoluzione tecnologica, altri la interpretano come un segnale di cambiamento nel panorama dello streaming. La comunità degli appassionati di musica è in fermento, tutti alla ricerca di nuovi servizi, cercano di capire cosa si cela dietro questa scelta improvvisa.

Un addio prematuro

Fortunatamente, per il momento non è Spotify nel suo complesso a chiudere, ma solo un suo specifico servizio: Car Thing. Questo accessorio, lanciato nel febbraio 2022 per connettere l’impianto audio dell’auto all’app Spotify su smartphone, vedrà la sua fine prematura il 9 dicembre 2024. La notizia ha colto di sorpresa i possessori del dispositivo, che hanno ricevuto una notifica che li informava della sua imminente disattivazione.

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Spotify non c’è più – lazio5stelle.it

Car Thing, nonostante la sua breve vita commerciale, aveva conquistato una piccola ma affezionata community di utenti. Progettato come una sorta di mini controller multimediale bluetooth, permetteva di navigare facilmente nella propria collezione musicale e ascoltare canzoni, playlist e podcast direttamente nell’auto. Era particolarmente apprezzato dai proprietari di veicoli non recentissimi, fungendo da ponte tecnologico simile ai dongle che trasformano i vecchi televisori in smart TV.

La decisione di Spotify di disattivare completamente il dispositivo, anche se perfettamente funzionante, ha scatenato polemiche tra gli utenti. Molti si sentono traditi, avendo speso circa 85 euro meno di due anni fa per un prodotto che ora diventerà inutilizzabile. La reazione della community è stata immediata, con richieste di rimborso e critiche alla politica aziendale di Spotify.

L’azienda ha già predisposto una pagina di supporto per guidare gli utenti nello smaltimento di quello che diventerà un rifiuto elettronico, una mossa che stride con l’impegno verso la sostenibilità ambientale dichiarato da molte aziende tecnologiche. Questa decisione solleva interrogativi sulla durata e l’affidabilità dei dispositivi connessi, aprendo un dibattito sul diritto dei consumatori e sulla responsabilità delle aziende nel supportare i propri prodotti nel lungo termine.

Mentre sembra improbabile un ripensamento da parte di Spotify, cresce la possibilità di azioni legali collettive da parte dei consumatori per ottenere rimborsi. Questa vicenda potrebbe rappresentare un precedente importante nel settore tecnologico, mettendo in luce la necessità di una maggiore tutela per gli acquirenti di dispositivi smart.

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