Secondo l’ultimo rapporto dell’Onu, la popolazione mondiale raggiungerà il picco massimo di popolazione entro il 2080
La popolazione mondiale è destinata a raggiungere un punto di svolta storico entro la metà del XXI secolo. Secondo l’ultimo rapporto biennale delle Nazioni Unite, “World Population Prospects”, si prevede che il numero degli abitanti del pianeta toccherà il suo apice massimo attorno ai 10,3 miliardi entro la metà degli anni ’80 del 2080, per poi iniziare una graduale discesa fino a stabilizzarsi intorno ai 10,2 miliardi verso la fine del secolo. Questa proiezione segna una revisione al ribasso rispetto alle stime precedenti che indicavano un picco di circa 10,4 miliardi.
Il rallentamento della crescita demografica è attribuito principalmente alla diminuzione dei tassi di natalità in molte parti del mondo. Il sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari economici e sociali, Li Junhua, ha evidenziato come in alcuni paesi il tasso di natalità sia addirittura più basso rispetto alle previsioni passate. Oggi le donne hanno in media un figlio in meno rispetto al 1990 e in molti paesi il numero medio di figli per donna è sceso sotto la soglia di sostituzione della popolazione di 2,1. Paesi come Cina, Corea del Sud, Spagna e Italia presentano tassi di fertilità particolarmente bassi.
Rapporto Onu: crescita e declino della popolazione
Nonostante il generale rallentamento della crescita demografica globale, ci sono notevoli differenze regionali. Mentre alcuni paesi stanno già assistendo o si preparano ad affrontare un declino demografico significativo (con Cina, Germania e Giappone tra i più colpiti), altri come Niger e Repubblica Democratica del Congo sono destinati a vedere quasi raddoppiare la loro popolazione nei prossimi trent’anni.
In Europa l’immigrazione gioca un ruolo cruciale nella dinamica demografica. Secondo Eurostat, l’accoglienza dei rifugiati ucraini ha contribuito all’aumento della popolazione europea nel corso dell’ultimo anno. Dal 1960 ad oggi l’Unione Europea ha visto crescere la sua popolazione da circa 354 milioni a oltre 449 milioni grazie anche ai flussi migratori. L’aspettativa di vita continua ad essere un indicatore chiave dello stato di salute delle società moderne. Nel corso dell’ultimo anno si è registrato un incremento dell’aspettativa di vita sia per le donne che per gli uomini nell’UE con una media che supera i livelli pre-pandemici nonostante le sfide poste dal Covid-19 negli anni precedenti. Nel complesso questi dati riflettono una complessità crescente nelle dinamiche demografiche globali con implicazioni profonde sul piano sociale ed economico ma anche ambientale dato che una popolazione mondiale stabilizzata potrebbe portare a minor pressione sulle risorse naturali secondo quanto suggerito dalle Nazioni Unite.