Le dichiarazioni del capogruppo di FDI Foti (Fdi) riaccendono le polemiche sull’antisemitismo: “Per il Pd l’unico buono è quello di sinistra”
In un clima politico sempre più polarizzato, le dichiarazioni rilasciate da Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, gettano nuova luce sulle dinamiche interne al Partito Democratico (Pd) e sollevano questioni inquietanti riguardanti la gestione dell’antisemitismo in Italia. Secondo Foti, il Pd avrebbe dimostrato una doppia faccia nell’affrontare tematiche così delicate.
L’evento previsto per martedì prossimo a Montecitorio sembra essere stato il catalizzatore delle recenti dichiarazioni di Foti. Il capogruppo di Fratelli d’Italia critica duramente il Pd per quello che definisce un comportamento da “Giano Bifronte”: severo e inquisitorio verso i giovani che commettono errori da una parte, indifferente e accomodante dall’altra quando si tratta di esponenti del proprio partito.
Foti non ha dubbi: nel PD c’è complicità con l’antisemitismo
La presenza dell’avvocato Quatrano, noto per le sue posizioni contro Israele, in una conferenza stampa organizzata alla Camera da un’esponente del Pd è al centro della polemica. Foti accusa il partito di sinistra di ridurre le critiche all’antisemitismo a mere “fake news” della destra quando conviene alle proprie narrative politiche. Questa situazione metterebbe in evidenza una presunta complicità o quanto meno una tolleranza nei confronti dell’antisemitismo quando questo proviene da figure vicine al proprio schieramento.
Un altro punto sollevato da Tommaso Foti riguarda la reazione – o meglio, la mancanza di essa – del segretario del Pd Elly Schlein. Secondo l’esponente di Fratelli d’Italia, Schlein avrebbe scelto la via del silenzio per evitare “bruschi risvegli”, dimostrando così un atteggiamento passivo nei confronti delle accuse rivolte ad alcuni membri del suo partito.
Il cuore dell’accusa lanciata da Foti risiede nella percezione che il Partito Democratico applichi due pesi e due misure nell’affrontare l’antisemitismo sulla base dell’appartenenza politica degli accusati. Se chi manifesta sentimenti antisemiti non appartiene allo schieramento di sinistra, secondo Fotitiene pronta la condanna; se invece gli stessi sono rappresentanti o simpatizzanti della sinistra, l’accusa si stempererebbe fino a scomparire nel dialogo e nella comprensione.
Queste dichiarazioni aprono uno spiraglio su quelle che potrebbero essere dinamiche preoccupanti all’interno della politica italiana riguardanti la gestione e la percezione dell’antisemitismo. La gravità delle accuse richiederebbe un dibattito aperto e onesto sulla questione, in modo tale che ogni forma disprezzo razziale possa essere affrontata con fermezza ed equità, a prescindere dalle appartenenze politiche.