La decisione di Valditara di vietare i cellulari in classe, ha scatenato parecchie polemiche e anche l’Anief non ci sta e dice la sua
La recente circolare emanata dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che impone il divieto dell’uso dei cellulari in classe fino al termine della scuola secondaria di primo grado, ha suscitato reazioni contrastanti. Tra queste emerge prepotente la voce dell’Anief (Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori), che pur riconoscendo la buona intenzione alla base della decisione ministeriale, avrebbe preferito un approccio diverso.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ha espresso chiaramente il dissenso del sindacato rispetto alla misura adottata. Secondo Pacifico, sarebbe stato opportuno specificare nella circolare che il divieto non si applica nei casi in cui gli insegnanti ritengono i dispositivi utili a fini didattici. L’intento è quello di sottolineare come le nuove tecnologie possano rappresentare un valido supporto nell’apprendimento se correttamente integrate nel percorso formativo.
L’utilizzo didattico dei cellulari in classe
Il sindacato evidenzia come i telefoni cellulari possano essere impiegati efficacemente per la ricerca di dati, la realizzazione di sperimentazioni e simulazioni o per collegamenti online attivi durante le lezioni. Questa visione pone l’accento sulla necessità di una regolamentazione più flessibile che permetta agli insegnanti di decidere quando e come utilizzare tali strumenti a supporto della didattica.
L’Anief propone che l’ultima parola sull’utilizzo dei dispositivi mobili in ambito scolastico sia lasciata agli organi collegiali delle singole istituzioni educative, in particolare al Consiglio d’Istituto e al Collegio dei docenti. Questa richiesta nasce dalla convinzione che proibire a priori l’utilizzo dei cellulari non tenga conto delle potenzialità positive legate al loro impiego responsabile e mirato all’apprendimento.
Il sindacato ricorda anche quanto sia stato prezioso l’utilizzo professionale delle tecnologie durante i mesi della pandemia da COVID-19. In quel contesto eccezionale, dispositivi come i telefoni cellulari hanno giocato un ruolo fondamentale nel garantire la continuità didattica a distanza. Questa esperienza dimostra secondo l’Anief quanto sia riduttivo considerare tali strumenti solo sotto una luce negativa. Mentre il Ministero dell’Istruzione punta a limitare gli effetti distrattivi e potenzialmente dannosi legati all’uso indiscriminato dei cellulari tra gli studenti più giovani, dall’altra parte c’è chi invoca una maggiore flessibilità normativa. L’intento è quello di valorizzare le potenzialità educative delle nuove tecnologie senza cadere nella trappola di un divietismo poco produttivo.