Il posto fisso, il sogno di quasi tutti gli italiani. Ragioni culturali, dietro questa tendenza. Ma non si tratta di una buona notizia.
Il celeberrimo, potremmo dire il famigerato, “posto fisso”. Lo ha portato alla ribalta Checco Zalone con una straordinaria ed esilarante gag di uno dei suoi film. Ed è, senza dubbio, la giusta parodia del sogno di tanti italiani. E se vi dicessimo, però, che sul punto tutti noi abbiamo non poche responsabilità?
L’Italia è una nazione fondata sul lavoro, come recita la nostra Costituzione. Purtuttavia, forse, oltre al lavoro stesso, manca una vera e propria cultura del lavoro. La narrazione, anche comica come abbiamo visto, sul posto fisso rientra proprio in questa dimensione. Per molti, il lavoro non è un modo per crescere, anche professionalmente e umanamente. E tanti non hanno nemmeno una così grande ambizione da desiderare maggiori introiti.
In tal senso, dunque, il posto fisso, con la sua sicurezza, ma anche con la sua natura bloccata (anche in termini economici) rappresenta un porto sicuro. Forse anche un “parcheggio”, ahinoi. Almeno questo è quello che emerge da un recente studio, in cui non italiani non usciamo benissimo. Anzi.
I dati dell’OCSE dicono che l’Italia è il secondo Paese europeo per numero di anni trascorsi nello stesso impiego. Dati che parlano della fluidità del mercato del lavoro in Europa e che testimoniano, dunque, un settore, quello italiano, piuttosto stagnante. Vi sono dei divari tra Europa meridionale e settentrionale.
E la maggior parte dei Paesi si colloca tra gli 8 e i 12 anni. Ma il nostro Paese è sopra la media. In Italia, infatti, in media, si trascorrono 13,3 anni nello stesso posto di lavoro. Ecco, dunque, le radici culturali, narrate e sbeffeggiate da Checco Zalone. Il posto fisso, con la sua stabilità, continua a rimanere il sogno di tanti. E poco importa che questo possa portare a una stasi, economica, che poi, però, può diventare anche professionale ed emotiva. In molti continuano a vederlo come un requisito fondamentale per pianificare la propria vita, come l’acquisto di una casa o la formazione di una famiglia.
Un recente sondaggio di SWG ha mostrato che solo il 25% degli intervistati considera “irrinunciabili” le caratteristiche del posto fisso, rispetto al 48% del 2003. Questo indica un cambiamento nelle priorità e nelle aspettative degli italiani nei confronti del lavoro. Gli esperti individuano nella pandemia da Covid-19 una delle cause che hanno portato e stanno portando alla trasformazione del mercato del lavoro.
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