Riforme: Gasparri, ‘premierato è un antidoto all’astensionismo’
Il recente intervento del Santo Padre a Trieste, in occasione della Settimana sociale promossa dalla Chiesa italiana, ha toccato temi di grande rilevanza politica e sociale. Tra questi, particolare attenzione è stata rivolta al fenomeno dell’astensionismo e alla crescente distanza tra cittadini e istituzioni. La riflessione proposta dal Papa sull’importanza della partecipazione popolare apre un dibattito cruciale sul ruolo della politica e sulle modalità con cui essa può riconquistare la fiducia dei cittadini.
In questo contesto si inseriscono le dichiarazioni di Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, che vede nel “premierato” una soluzione efficace per contrastare l’astensionismo. Secondo Gasparri, l’introduzione dell’elezione diretta del premier potrebbe rappresentare un significativo passo avanti verso il rafforzamento della democrazia partecipativa. Questa riforma permetterebbe ai cittadini di avere un impatto diretto sulla scelta dell’esecutivo, garantendo così una maggiore aderenza tra la volontà popolare espressa alle urne e le decisioni politiche effettivamente attuate.
L’affermazione secondo cui il premierato possa fungere da antidoto all’astensionismo, si fonda sulla convinzione che tale meccanismo possa incentivare maggiormente i cittadini a recarsi alle urne, sapendo che il loro voto potrebbe avere un’influenza concreta sulla composizione del futuro governo. Cosa da non dimenticare poi è che l’approvazione di una proposta come questa, permetterebbe anche di ridurre il fenomeno dei governi tecnici o delle coalizioni eterogenee che spesso si formano nel post-elezioni.
Gasparri ha poi sottolineato anche l’importanza dei valori portati avanti da Forza Italia-Ppe, nel dibattito sulle riforme istituzionali. Il movimento si ispira alla dottrina sociale della Chiesa e vuole farsi anche portavoce delle preoccupazioni dei cattolici italiani ed europei in ambiti cruciali quali le politiche per la famiglia e le questioni sociali. In un quadro come questo, emerge una critica esplicita nei confronti delle posizioni assunte da altri partiti politici, su tematiche sensibili come il matrimonio egualitario o l’eutanasia.
Riprendendo gli appelli lanciati durante la Settimana sociale a Trieste poi, Maurizio Gasparri ha invitato i cattolici a non rimanere inerti ma a prendere parte attiva alla vita politica del Paese. L’esortazione è quella di superare la divisione tra “partiti amici” e “nemici”, per concentrarsi piuttosto su una mobilitazione che parta “dal basso”. Una mobilitazione che possa essere in grado di influenzare positivamente le scelte pubbliche dei governi e non solo, attraverso l’impegno civico e politico.
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