Il leader del M5S Giuseppe Conte ha lanciato l’allarme sul caporalato “legge non più rinviabile”, la proposta urgente
In un’epoca in cui il lavoro dovrebbe essere sinonimo di dignità e sicurezza, la piaga del caporalato continua a minacciare i diritti e il benessere dei lavoratori più vulnerabili. Giuseppe Conte, intervenendo a Latina in occasione di una manifestazione organizzata dalla Cgil contro il caporalato, ha lanciato un forte appello per l’adozione di misure drastiche contro questa pratica illegale.
Conte ha sottolineato l’urgente necessità di rafforzare i controlli sul fenomeno del caporalato attraverso l’introduzione di nuovi ispettori. “Dobbiamo estirpare la piaga del caporalato; abbiamo bisogno di nuovi ispettori, tanti nuovi ispettori per rafforzare i controlli”, ha dichiarato. Questa richiesta emerge in un contesto in cui le risorse umane dedicate alla vigilanza sono spesso insufficienti rispetto all’ampiezza del fenomeno da monitorare.
Un altro punto critico sollevato da Conte riguarda l’utilizzo dei fondi stanziati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) destinati alla rimozione degli insediamenti abusivi nei campi. Nonostante siano stati allocati 200 milioni per affrontare questo problema, sembra che poco o nulla sia stato fatto fino ad ora. “Sono stati stanziati 200 milioni nel PNRR per rimuovere tutti gli insediamenti abusivi nei campi e non è stato fatto ancora nulla”, ha lamentato Conte, evidenziando una situazione stagnante che necessita interventi concreti.
Forse l’aspetto più significativo dell’intervento di Conte è stata la proposta avanzata dal Movimento 5 Stelle riguardante l’introduzione nel codice penale italiano della figura dell'”omicidio sul lavoro”. Questa nuova fattispecie reatistica mira a sanzionare severamente i datori di lavoro responsabili della morte dei loro dipendenti a causa della mancata osservanza delle normative sulla sicurezza sul lavoro. Il caso emblematico citato da Conte è quello di Satnam Singh, un lavoratore lasciato morire dal proprio datore di lavoro in condizioni tragiche che hanno scosso l’opinione pubblica.
Infine, Conte non ha esitato a definire un fallimento il decreto flussi del 2024 relativo alla gestione degli ingressi dei lavoratori stranieri in Italia. Secondo lui, è indispensabile trovare soluzioni efficaci per correggere le lacune attuali nella politica migratoria italiana legata al mondo del lavoro.
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