Aumentare l’importo della propria pensione tramite un beneficio fiscale disponibile per tutti, o quasi: ecco le maggiorazioni contributive.
Spesso si ignorano vantaggi rilevanti in termini di contributi per alcuni trattamenti pensionistici. Tali vantaggi previsti dalla normativa in vigore vengono infatti sottovalutati, o completamente dimenticati, dai contribuenti. Tra tutti c’è un beneficio davvero importante che consente di far aumentare subito l’importo della pensione. L’agevolazione riguarda una delle diverse misure previdenziali che a oggi permettono di andare in pensione in anticipo.
La normativa vigente consente a determinate categorie di lavoratori (invalidi, disoccupati e dipendenti che svolgono o hanno svolto lavori gravosi) di sfruttare canali privilegiati per il pensionamento anticipato. Ma esistono alcune agevolazioni che si rivolgono a tutti i contribuenti, sempre nel rispetto di determinate condizioni.
In questo senso, sono tanti i lavoratori che, senza saperlo, potrebbero senza affanno raggiungere i requisiti previsti dalle misure previdenziali finalizzate ad anticipare la quiescenza, rendendo più agevole la conformità con le soglie contributive o anagrafiche necessarie.
Un lavoratore con un’invalidità superiore al 74% può sfruttare un beneficio molto importante per far aumentare l’importo della propria pensione. Si tratta di poter ottenere una maggiorazione fondamentale dopo il riconoscimento dell’invalidità. Per la precisione, una maggiorazione di due mesi per ogni anno di contributi versati nel periodo successivo al riconoscimento dello stato di invalidità o disabilità.
Ciò significa che chi continua a lavorare dopo aver ottenuto l’invalidità può far valere i suoi contributi con un coefficiente più alto, pari all’1,2. E così l’anzianità contributiva cresce di un sedicesimo per ogni settimana di lavoro per periodi inferiori alle cinquantadue settimane. Tale maggiorazione può arrivare fino a un massimo di cinque anni.
C’è da aggiungere che tale beneficio vale solo per i lavoratori inquadrati in un sistema pensionistico retributivo. Per tutti gli altri esiste un ulteriore beneficio: è quello dedicato ai lavoratori che hanno iniziato a lavorare da minorenni. In questo caso, dodici mesi di contributi versati prima dei diciotto anni valgono 1,5 volte. Il beneficio si applica ai cosiddetti “nuovi iscritti”, cioè a coloro il cui primo accredito di contributi è successivo al 31 dicembre 1995.
E poi c’è il caso delle lavoratrici madri, che possono usufruire di un abbuono sull’età di uscita per le pensioni anticipate e di vecchiaia fino a un anno. In questo modo possono lasciare il lavoro a sessantasei anni per le pensioni di vecchiaia ordinarie e a sessantatré anni con le pensioni anticipate contributive.
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