Gravi accuse del Kansas nei confronti di Pfizer, uno dei giganti farmaceutici coinvolti nella produzione di vaccini contro il Covid-19.
Secondo quanto riportato dal procuratore generale dello Stato, Kris Kobach, l’azienda con sede a New York sarebbe colpevole di aver ingannato l’opinione pubblica attraverso dichiarazioni ritenute fuorvianti sull’efficacia e la sicurezza del suo vaccino.
La causa intentata punta il dito contro le presunte assicurazioni in merito alla capacità dei vaccini di prevenire l’insorgere della malattia e la trasmissione del virus, oltre alle iniziali rassicurazioni sulla sicurezza dei sieri. Tali comportamenti avrebbero violato il Kansas Consumer Protection Act, portando lo Stato a richiedere un risarcimento danni non meglio specificato.
Gli Usa e le accuse rivolte a Pfizer
Il cuore della controversia risiede nelle accuse dettagliate mosse dallo Stato del Kansas nei confronti delle pratiche informative di Pfizer. L’accusa sostiene che l’azienda abbia messo in pericolo la salute degli abitanti dello Stato omettendo informazioni sui possibili effetti collaterali legati alla somministrazione dei suoi vaccini. Tra questi, particolare enfasi viene data ai casi di miocardite e alle complicanze per le donne in gravidanza. Inoltre, viene contestata la presunta conoscenza da parte dell’azienda dell’efficacia decrescente dei vaccini nel tempo e della loro limitata protezione contro le nuove varianti del virus.
Di fronte alle gravi imputazioni ricevute, Pfizer ha prontamente risposto difendendo l’integrità delle sue comunicazioni relative al vaccino Covid-19. L’azienda farmaceutica ha ribadito che tutte le dichiarazioni fatte sul suo prodotto sono state sempre accurate e basate su dati scientificamente validati. In una nota ufficiale diffusa dall’azienda si legge che si ritiene infondata l’accusa mossa dallo Stato del Kansas e si esprime fiducia nella base giuridica che sostiene la posizione dell’azienda.
Un ulteriore elemento controverso sollevato dalla causa intentata dallo Stato del Kansas riguarda il ruolo di Pfizer nella gestione delle informazioni circolanti sui social media riguardanti i suoi vaccini. Secondo quanto riporta il procuratore generale Kobach, ci sarebbero stati tentativi da parte dell’azienda farmaceutica di lavorare con dipendenti dei maggiori social media per censurare i contenuti critici nei confronti dei suoi prodotti vaccinali.
Le accuse del Kansas aggiungono un ulteriore livello di complessità alla vicenda legale, toccando tematiche sensibili come la libertà d’espressione e il diritto all’informazione durante una pandemia globale. Questo caso mette in evidenza le tensioni esistenti tra gli obblighi delle aziende farmaceutiche nel fornire informazioni accurate e complete sui loro prodotti e la necessità pubblica di accesso libero a tali informazioni in momenti critici come una pandemia globale.