In queste ore sta facendo scalpore la notizia riguardante dei motorini per muovere i mouse. Arrivano tanti licenziamenti per i furbetti.
Lo smart working è in continuo aumento in tutto il mondo. La causa di tutto ciò sarebbe da ricondurre alla pandemia, che ha permesso di aprire ad una nuova concezione di lavoro da remoto. Ad ogni modo però, anche se si è a casa, ai capi non mancano i modi di controllare i loro dipendenti per vedere se si impegnano. L’ingegno delle persone però non si è mai fermato, visto che sono state sviluppate delle tecniche a dir poco uniche. Infatti grazie a queste sembra che il dipendente stia lavorando quando in realtà non è così.
Adesso esistono numerosi dispositivi e software in grado di simulare che il lavoratore è sempre a lavoro e la loro popolarità è in continua crescita. Questi tipi di device prendono il nome di motorini per mouse o anche jiggler. Proprio a causa di questi, un’azienda americana ha licenziato diversi lavoratori che li hanno utilizzati per fingere di essere a lavoro. Adesso è possibile scoprire tutte le caratteristiche di questi motorini da mouse che potrebbero tornare utili in smart working.
In un mondo in cui il lavoro da remoto è diventato la norma per molti, la linea tra produttività reale e simulata è diventata più sfumata. La recente decisione di Wells Fargo, una delle banche più grandi e riconosciute degli Stati Uniti, ha portato alla luce un problema crescente. Stiamo parlando dell’uso di dispositivi e applicazioni che simulano l’attività sui computer dei dipendenti. Questo fenomeno, che include l’uso di motorini di mouse o “jigglers”, ha portato l’azienda a licenziare più di una dozzina di dipendenti per questa pratica ingannevole.
I motori di mouse, noti anche come “jigglers”, sono dispositivi che muovono automaticamente il cursore del mouse o generano input di tastiera senza intervento umano. Questi dispositivi vengono utilizzati per evitare che i computer entrino in modalità di sospensione o per simulare attività sul computer. In questo modo si faceva credere ai supervisori che il dipendente sia attivo quando in realtà potrebbe essere assente. Oltre ai dispositivi fisici, esistono anche applicazioni software come Autoclicker che svolgono funzioni simili.
Wells Fargo ha quindi licenziato diversi dipendenti della sua unità di gestione del patrimonio e degli investimenti dopo aver scoperto che utilizzavano questi dispositivi. L’azienda non ha confermato se i dipendenti scoperti stessero lavorando da remoto, ma la situazione ha generato un dibattito sull’etica e la sorveglianza nel lavoro.
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