Il sindacato dei medici italiani (Smi) non ha dubbi: con l’autonomia differenziata si cancella il diritto universale alla salute
L’approvazione dell’autonomia differenziata alla Camera dei deputati ha suscitato una forte reazione da parte del Sindacato medici italiani (Smi), con la segretaria generale Pina Onotri che lancia un allarme riguardo le conseguenze di questa legge sulla salute pubblica in Italia.
Secondo Onotri, l’introduzione dell’autonomia differenziata minaccerebbe il diritto universale alla salute, garantito dall’articolo 32 della Costituzione italiana, mettendo a rischio l’uniformità nell’accesso alle prestazioni sanitarie su tutto il territorio nazionale.
Con l’autonomia differenziata cambia tutto
La nuova legge prevede che il finanziamento del sistema sanitario avvenga su base regionale, con le entrate fiscali destinate a rimanere all’interno delle singole Regioni anziché essere distribuite su scala nazionale. Questo cambiamento potrebbe tradursi in una disparità nell’assistenza sanitaria offerta ai cittadini, dipendente dalla capacità fiscale di ogni Regione piuttosto che dalle effettive necessità sanitarie della popolazione. La segretaria generale dello Smi evidenzia come questo meccanismo possa erodere la solidarietà tra le Regioni e accentuare le disuguaglianze in termini di salute.
Onotri sottolinea anche la necessità di una definizione più chiara dei Livelli essenziali di prestazioni (Lep), al fine di assicurare uniformità nei servizi e nei diritti sanitari in tutta Italia. Senza un’impostazione solidale e centralizzata nella gestione delle risorse destinate ai Lea, si rischia che non tutti i bisogni sanitari della popolazione vengano adeguatamente soddisfatti.
Un altro aspetto critico sollevato dal vertice dello Smi riguarda la contrattazione integrativa regionale nel settore della medicina convenzionata con il Servizio sanitario nazionale. La competizione tra Regioni potrebbe innescare un trasferimento del personale verso quelle più ricche, aumentando la mobilità interregionale dal Sud verso il Nord dell’Italia e amplificando ulteriormente le disuguaglianze esistenti. Inoltre, l’autonomia differenziata potrebbe reintrodurre disparità salariali e compromettere seriamente la contrattazione collettiva a livello centrale.
Di fronte a questi scenari preoccupanti, Pina Onotri fa appello a medici, cittadini, associazioni dei malati e sindacati affinché si mobilitino contro l’introduzione dell’autonomia differenziata. L’obiettivo è promuovere iniziative capaci di fermare questo processo e rilanciare un Servizio sanitario nazionale equo, universale e pubblico. La battaglia dello Smi si pone quindi come difesa non solo dei diritti dei lavoratori del settore ma anche come garanzia per mantenere alto il livello dell’assistenza sanitaria offerta a tutti i cittadini italiani.