Un’opera falsamente attribuita a Modigliani è stata consegnata all’Università Roma Tre, dove ha sede il laboratorio sul falso. Come si è arrivati alla scoperta.
Nella mattinata di ieri un evento di particolare rilievo ha avuto luogo presso il ‘Laboratorio sul falso’ dell’Università Roma Tre. Il Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Venezia ha formalmente consegnato alla direttrice del Laboratorio una cariatide, inizialmente attribuita ad Amedeo Modigliani, ma successivamente rivelatasi un falso. L’opera era stata presentata per la prima volta nell’aprile 2022 all’Ufficio Esportazione della Soprintendenza A.B.A.P. per il Comune di Venezia e Laguna.
Fin dalla sua presentazione, il disegno aveva suscitato dubbi e perplessità tra gli esperti della Commissione Esportazione sia per aspetti tecnici che stilistici. Nonostante fosse stato descritto come un lavoro senza titolo risalente alla prima metà del 1913, le sue caratteristiche non convincevano pienamente gli storici dell’arte coinvolti nel processo di valutazione. Ulteriori indagini tecniche, inclusa l’utilizzo della lampada di Wood e la riflettografia infrarossa (IR), hanno alimentato ulteriori dubbi sulla sua autenticità.
L’analisi comparativa con altre opere note di Modigliani ha portato alla luce somiglianze quasi esatte con un altro disegno di cariatide appartenente al Museum of Art di Philadelphia. Questo confronto ha sollevato interrogativi sulla provenienza dell’opera e sulla sua circolazione pregressa, informazioni che erano state scarsamente fornite durante la richiesta dell’Attestato di libera circolazione (A.L.C.).
Le indagini condotte dal Nucleo Carabinieri Tpc hanno ricostruito la storia complessa del disegno attraverso varie transazioni tra gallerie d’arte e privati fino a risalire a una prestigiosa Casa d’Aste parigina e una Galleria d’arte antica abruzzese. Queste scoperte hanno messo in luce una catena di custodia complicata che terminava con un privato in Abruzzo, il quale aveva ricevuto l’opera come dono dal padre adottivo.
Dopo ulteriori verifiche tecniche condotte dal “Laboratorio sul Falso” dell’Università Roma Tre, è stata confermata la natura contraffatta dell’opera. Le indagini hanno individuato responsabilità penali a carico dei soggetti coinvolti nella messa in circolazione dell’opera falsificata, reato recentemente introdotto nel Codice Penale italiano.
A seguito delle attività investigative e degli accertamenti giudiziari condotti dalla Procura della Repubblica di Venezia, il Tribunale ha disposto la confisca del disegno nel febbraio 2024. L’assegnazione al Laboratorio sul Falso rappresenta non solo il culmine delle indagini ma anche un importante passaggio educativo: l’opera ora servirà come materiale didattico per studiare i metodi utilizzati nella contraffazione delle opere d’arte.
Questo caso sottolinea l’impegno continuativo delle autorità italiane nella tutela del patrimonio culturale contro i tentativi sempre più sofisticati di contraffazione artistica. La collaborazione tra istituzioni accademiche ed enti investigativi si conferma essenziale nella prevenzione dei crimini contro l’integrità culturale del paese.
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