Il Garante della privacy ha aperto un’istruttoria sul divieto di tirocinio ai danni di alcuni studenti in una Asl pugliese.
In un contesto ancora fortemente segnato dalle conseguenze della pandemia di Covid-19, emerge una nuova controversia che coinvolge la privacy, la salute pubblica e l’istruzione. Il Garante per la protezione dei dati personali ha recentemente annunciato l’apertura di un’istruttoria relativa al mancato accesso in ospedale di alcuni tirocinanti dell’Università del Salento, esclusi per non aver ricevuto la quarta dose del vaccino antiCovid.
Secondo quanto riportato da fonti giornalistiche e confermato dal Garante attraverso una nota ufficiale, gli studenti del corso di laurea in infermieristica presso l’Università del Salento si sono trovati impossibilitati a svolgere il loro tirocinio obbligatorio presso le strutture ospedaliere gestite dalla Asl di Lecce. Il motivo? La mancanza della quarta somministrazione vaccinale contro il Sars-Cov-2. Questa decisione è stata giustificata dall’Azienda sanitaria locale facendo riferimento a una normativa regionale che impone l’obbligo vaccinale agli operatori sanitari.
Di fronte a questa situazione, il Garante per la protezione dei dati personali ha richiesto alla Asl di Lecce chiarimenti urgenti riguardanti le finalità e le basi giuridiche che giustificherebbero il trattamento dei dati personali relativi allo stato vaccinale come prerequisito per l’ammissione ai tirocini. È importante sottolineare che dal 1 novembre 2022 non è più richiesto, per legge nazionale, il requisito della vaccinazione antiCovid per gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario.
L’intervento dell’Autorità garante solleva quesiti sul delicato equilibrio tra i diritti alla privacy individuale e le misure adottate nel contesto dell’emergenza sanitaria pubblica. In particolare, viene messa in discussione la legittimità delle restrizioni imposte agli studenti in base al loro stato vaccinale, soprattutto alla luce delle recenti modifiche legislative che allentano i requisiti precedentemente impostati.
La Asl di Lecce si trova ora davanti alla necessità di fornire risposte convincenti entro un termine stabilito di 15 giorni. Sarà cruciale determinare se esistano fondamenti legalmente validi che possano supportare la scelta effettuata o se sia necessario rivedere tale posizione in favore del rispetto dei diritti degli studenti coinvoltii.
Questa indagine rappresenta un ulteriore capitolo nella serie complessa delle sfide poste dalla pandemia alle istituzioni sanitarie ed educative. Mentre si procede verso una fase più stabile della gestione dell’emergenza sanitaria globale, rimane essenziale trovare un punto d’incontro tra la tutela della salute pubblica e il rispetto delle libertà individualii. La decisione finale relativa a questo caso potrebbe quindi avere implicazioni significative non solo per gli studenti di infermieristica dell’Università del Salento, ma anche per l’intero settore educativo-sanitario italiano.
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