L’assegno di inclusione potrebbe essere sospeso anche per sempre. Ecco perché e cosa fare per evitare che accada.
Poter godere dell’assegno di inclusione è certamente un modo per contare su un aiuto economico quando ci si trova in difficoltà e non si ha modo di provvedere a sé o alla propria famiglia. Si tratta di un sostegno subentrato in sostituzione del reddito di cittadinanza e che, in quanto tale, ha delle regole diverse. Chiunque ne benefici al momento, quindi, si trova a rischio di sospensione se non le segue come si deve.
Proprio in questi giorni, infatti, è giunta una nuova circolare INPS che illustra le modalità per mantenere in vigore l’assegno e per poterne continuare a beneficiare. Regole che se non rispettate porteranno alla sua sospensione. Ecco, quindi, cosa è importante sapere per agire nel modo corretto e non perdere questo prezioso aiuto.
In questi giorni, tutti i beneficiari dell’assegno di inclusione stanno ricevendo una comunicazione del sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa con tanto di invito a presentarsi presso il centro per l’impiego più vicino e a sottoscrivere il Patto di attivazione, noto anche come PAD. Se queste attività non saranno espletate, si andrà incontro alla sospensione dell’assegno per un periodo di 90 giorni. Se superati i 90 giorni, non si sarà provveduto a fare quanto richiesto, l’assegno di inclusione, noto anche come ADI, sarà cancellato per sempre.
La circolare dell’INPS che sta mettendo in guardia i beneficiari dell’assegno di inclusione non è altro che un reminder. Chiunque ne abbia fatto richiesta sa infatti molto bene che la sottoscrizione del PAD è sempre stata obbligatoria. Ad essa si aggiunge poi il presentarsi al centro per l’impiego più vicino per prendere parte a un percorso di inclusione sociale. Il tutto per poter inserirsi in modo più congruo nella società o per poter addirittura essere indirizzati verso un’attività lavorativa.
Se l’assegno di inclusione vene sospeso, ma si provvede a fare quanto detto, si potrà contare sia sulla sua attivazione che sul rimborso di quanto non ottenuto durante il blocco. Un incentivo sicuramente più che valido per decidere di seguire le regole stilate fin dall’inizio e che sono, da sempre, parte integrante dell’ADI. Ricordiamo infine, che quanto detto vale per coloro che sono considerati in grado di svolgere un’attività lavorativa. Chi fa parte delle categorie 2 e 4 non è invece dovuto a presentarsi, sebbene sia sempre gradita la cosa.
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