In Italia il mondo del lavoro è sempre sotto la lente d’ingrandimento e un recente report, apre diversi interrogativi sui salari e non solo
Il recente report pubblicato dall’osservatorio JobPricing, in collaborazione con InfoJobs, ha messo in luce una realtà lavorativa italiana che è caratterizzata da un marcato senso di insoddisfazione tra i lavoratori.
Nonostante un leggero miglioramento nella soddisfazione generale, che si attesta a 4 su 10, la questione della meritocrazia emerge come uno dei nodi critici. Con un indice di soddisfazione che si ferma a soli 3,4 su 10 riguardo alla percezione di essere premiati secondo merito, emerge una chiara richiesta di maggiore equità e riconoscimento delle competenze individuali.
Il report evidenzia anche significative disparità di genere nella percezione della soddisfazione salariale. Le donne risultano sistematicamente più insoddisfatte degli uomini su tutte le dimensioni analizzate dall’indagine. Questa situazione solleva interrogativi urgenti sulla necessità per le aziende di adottare politiche retributive più equilibrate e trasparenti che promuovano l’equità di genere nei luoghi di lavoro.
Nicole Boccardini, senior consultant in JobPricing, sottolinea come la ricerca confermi una tendenza osservata negli anni: la soddisfazione sul lavoro non è determinata esclusivamente dalla retribuzione fissa. Elementi intangibili quali il rapporto con colleghi e superiori, l’equilibrio tra vita professionale e personale e le opportunità di sviluppo professionale giocano un ruolo cruciale nel determinare il livello complessivo di benessere dei lavoratori.
L’insoddisfazione manifestata dai lavoratori italiani chiama le aziende all’adozione di politiche retributive innovative che superino il tradizionale focus sulla retribuzione fissa. L’integrazione tra benefit variabili, incentivi e altri elementi del cosiddetto modello “Total Reward” appare sempre più come una strategia vincente per rispondere alle aspettative dei dipendenti in termini sia economici sia qualitativi.
In un contesto economico segnato da inflazione crescente che erode il potere d’acquisto dei salariati italiani – nonostante l’aumento medio delle retribuzioni dell’1,8% – più della metà dei rispondenti segnala l’assenza d’interventi aziendali a sostegno dei salari. Questa discrepanza alimenta sentimenti d’insicurezza ed esaspera ulteriormente la sensazione generale d’insoddisfazione verso le politiche retributive vigenti.
Nonostante lo scenario delineato dal report possa apparire sfidante, circa la metà dei partecipanti alla survey esprime fiducia verso un miglioramento delle condizioni lavorative nel corso del 2024. Tuttavia, rimane moderata l’aspettativa relativa a significativi incrementi salariali nel breve termine; ciò riflette la complessità del panorama attuale del lavoro in Italia dove aspirazioni a un ambiente lavorativo migliore devono fare i contie con gli ostacoli postati dalle condizioni economiche persistentemente difficili. Il “Salary satisfaction report 2024” invita ad una profonda riflessione sulle strategie retributive attuali ed evidenzia la necessità impellente per le aziende italiane d’intraprendere azioni concrete volte al miglioramento delle condizioni lavorative attraverso politiche più inclusive ed equilibrate.
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