Attenzione alla dichiarazione dei redditi, inserire questa spesa è necessario, altrimenti si rischiano sanzioni pesanti. Tutte le informazioni utili.
Moti italiani sono alle prese in questo momento con la compilazione della dichiarazione dei redditi e soprattutto del modello 730 che riguarda i lavoratori dipendenti e i pensionati. Da alcuni anni, il modello 730 è già disponibile precompilato nell’area riservata di ciascun contribuente del portale dell’Agenzia delle Entrate.
Il modello 730 precompilato si basa su dati, redditi e spese, delle dichiarazioni precedenti. Potranno essere necessarie correzioni e aggiunte in caso di cambiamenti nelle entrate e uscite del contribuente. Dunque, è importante che la dichiarazione sia correttamente compilata in ogni sua parte.
Qui, in particolare, vogliamo segnalarvi una spesa che va necessariamente indicata nella dichiarazione dei redditi, per evitare conseguenze negative. Ecco di cosa si tratta e tutto quello che bisogna sapere.
La spesa a cui ci riferiamo è quella per colf e badanti, i collaboratori domestici che sono indispensabili per molte famiglie, nella gestione della casa e nell’assistenza ad anziani, minori e familiari con disabilità. Sia chiaro, non si subiscono sanzioni se nel modello 730 non viene indicata questa spesa ma si perdono le detrazioni e deduzioni dall’Irpef a cui si ha diritto. Da qui le conseguenze negative e svantaggiose per i contribuenti. Chi va incontro a sanzioni, invece, è il collaboratore domestico o la badante che non dichiara i propri guadagni e che è obbligato a farlo come tutti.
Le spese sostenute per badanti e addetti all’assistenza personale danno diritto a una detrazione fiscale del 19% sull’Irpef, fino a un limite massimo di 2.100 euro con un reddito complessivo non superiore a 40mila euro. Mentre è riconosciuta una deduzione dal reddito complessivo dei contributi previdenziali e assistenziali versati dal contribuente per i collaboratori domestici e gli addetti all’assistenza familiare. Ovviamente per la parte a carico del datore di lavoro.
Queste spese vanno indicate nel quadro E del modello 730.
La differenza rispetto agli altri lavoratori dipendenti è che in questo caso il datore di lavoro domestico (le famiglie) non è sostituto d’imposta. Dunque, non trattiene in busta paga l’Irpef dovuta dal lavoratore domestico. Sarà quest’ultimo a doverla pagare in base al reddito. Se il reddito complessivo non supera gli 8.500 euro (secondo la nuova soglia introdotta nel 2024), il lavoratore dipendente rientra nella no tax area, perciò non deve pagare alcuna imposta ma la dichiarazione dei redditi va sempre presentata.
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