Arriva la stangata senza precedenti riguardante le pensioni. Infatti sono in arrivo dei tagli senza precedenti con il DEF: cosa succederà.
Nel corso di quest’anno abbiamo visto come il quadro pensionistico sia cambiato per gran parte dei cittadini. Per venire incontro all’inflazione ed aumentare il potere d’acquisto di questa platea, il Governo ha deciso di aumentare tutte le pensioni, fino a cinque volte il trattamento minimo, del 5,4%. Di conseguenza è aumentata anche la spesa pubblica riguardante il sistema previdenziale. L’aumento dei prezzi infatti si è attestato intorno al 5,8% ed avrebbe superato i 337 miliardi.
Inoltre per il triennio 2025-2027, la crescita si attesterà intorno al 2,9% con l’inflazione che dovrebbe non essere così pressante. Questo vorrà dire che non ci sono margini per la riforma delle pensioni, né tantomeno per la tanto vantata Quota 41 per tutti i cittadini. Per questo motivo è importante capire qual è l’attuale situazione in Italia. Il tutto facendo riferimento a quelli che sono i numeri indicati nel Documento di Economia e Finanza, passato nei giorni scorsi.
Il dibattito sul futuro delle pensioni, delineato nel Documento di Economia e Finanza (DEF), evidenzia una tendenza in crescita della spesa pensionistica. Nel 2023 questa ha registrato un aumento del 7,4%. Questo trend è destinato a continuare nel 2024, principalmente a causa degli aumenti legati all’inflazione. Il DEF prevede che tale spesa raggiungerà i 368,1 miliardi nel 2027, pari al 15,5% del PIL, con ulteriori incrementi stimati fino al 2040. Una delle principali cause di questo aumento è stata l’introduzione di misure come Quota 100.
Questa misura ha portato a numerosi pensionamenti anticipati nel quinquennio 2019-2023. Tuttavia si prevede che nei prossimi anni sia necessario un taglio della spesa pensionistica, il che potrebbe comportare una maggiore rigidità nei requisiti e nelle deroghe per il pensionamento anticipato. L’aggiornamento del DEF a settembre, con la Nota di Aggiornamento al DEF (NaDEF), fornirà ulteriori dettagli sulla situazione previdenziale. Tuttavia le possibilità di nuove riforme sembrano limitate.
Infatti sembra ci siano poche speranze di vedere misure come Quota 41, in versione contributiva, essere introdotte nel breve termine. Nel frattempo il Governo dovrà decidere le misure da adottare nel 2025, considerando che alcune misure transitorie come Quota 103, APE Sociale e Opzione Donna, scadranno a fine anno. Potrebbe essere presa in considerazione una proroga di tali misure o l’introduzione di nuove, come Quota 104, che prevede l’uscita con 63 anni di età e 41 anni di contributi.
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