Mafia: il capitano Ultimo di ce la sua sulla situazione attuale :”strumenti lotta fermi a Falcone, niente voto e lavoro a parenti boss”
In un’epoca in cui la lotta alla mafia sembra essere entrata in una fase di stallo, le parole dette qualche giorno fa da Sergio De Caprio (meglio conosciuto come ‘Capitano Ultimo’), risuonano come un monito per rinnovare e intensificare gli sforzi nel contrasto alle organizzazioni criminali.
Durante un’intervento a Palermo, il candidato alle Europee nella lista Libertà di Cateno de Luca ha espresso preoccupazione per la stagnazione degli strumenti di lotta contro Cosa nostra e altre mafie.
Contro la Mafia gli strumenti di lotta si sono fermati
Secondo Capitano Ultimo, non si sono fatti significativi progressi negli strumenti di contrasto alla mafia da quando figure emblematiche come Giovanni Falcone e il generale Carlo Alberto dalla Chiesa hanno introdotto metodologie rivoluzionarie nella lotta a questo fenomeno.
“Siamo in una palude”, ha dichiarato De Caprio, evidenziando la necessità impellente di adottare misure drastiche per annientare le organizzazioni mafiose anziché limitarsi a conviverci.
Tra le proposte più controverse avanzate da Capitano Ultimo vi è quella di togliere il diritto al voto e impedire l’accesso al mondo del lavoro ai parenti fino al secondo grado dei mafiosi non collaborativi. Questa misura radicale mira a colpire direttamente le reti familiari che sostengono e beneficiano delle attività criminali, isolando i membri delle organizzazioni mafiose dalla società civile. Tuttavia, tale proposta solleva questionamenti etici riguardanti i diritti civili degli individui legati ai mafiosi solo per vincoli familiari.
L’appello lanciato da De Caprio va oltre la semplice denuncia della situazione attuale; è un invito ad agire con determinazione per difendere i valori su cui si fonda l’Europa. Il candidato ha sottolineato come sia cruciale combattere la mafia non solo in Italia ma anche nel contesto europeo più ampio. La sua critica non risparmia nessuno: governi di centro, sinistra e destra sono accusati di aver trascinato il paese nella “palude” dell’inattività contro le organizzazioni criminali.
Le dichiarazioni del Capitano Ultimo hanno gettato una nuova luce sulla necessità urgente di innovare gli strumentali legalì ed operativì nella guerra contro la mafia. La sua visione richiede un impegno collettivo che supera le divisionì politiche e ideologiche per affrontare con coraggio uno dei problemì più gravi che affliggono la società italiana ed europea. La sfida è ardua ma necessaria: solo attraverso azioni concrete sarà possibile sperare in un futuro libero dalle mafie.