L’Italia si prepara ad accogliere un gigante della pittura: con “Munch. Il grido interiore”, il creatore dell’Urlo arriva nella Capitale.
La grande mostra è organizzata e prodotta con il patrocinio della Reale Ambasciata di Norvegia e si terrà a Roma da gennaio a giugno 2025 presso Palazzo Bonaparte. Grazie alla collaborazione con il Museo Munch di Oslo, tantissimi quadri del pittore espressionista potranno essere ammirati dal pubblico italiano. Oltre alle tele, la mostra romana esporrà taccuini, fotografie e alcuni preziosi e rarissimi filmati per mettere in luce l’uomo dietro l’artista.
Roma presenterà anche un Munch privato. E lo stesso succederà a Milano, dato che prima della mostra capitolina tutte le opere saranno ospitate da settembre 2025 a gennaio dello stesso anno dal Palazzo Reale della città meneghina. In tutto arriveranno più di cento opere.
Sono passati più di quarant’anni dall’ultima mostra milanese dedicata a Edvard Munch e più di dieci dall’ultima esposizione romana. Avremo quindi a che fare con una monografica di grande spessore, e sarà anche possibile ammirare alcune versioni litografiche custodite a Oslo de L’Urlo.
Dopo l’inaugurazione prevista per il 18 gennaio e salvo eventuali prolungamenti, la mostra “Munch. Il grido interiore” si svolgerà a Roma dal 18 febbraio al 2 giugno 2025. Le sale saranno aperte tutti i giorni. Il biglietto intero dovrebbe costare sui 15 euro. Quello ridotto 13.
Edvard Munch è considerato un grande pittore per più motivi. La sua opera più rappresentativa (L’Urlo) è unanimemente considerata come una rappresentazione simbolo delle inquietudini del mondo contemporaneo: un’anticipazione angosciante degli orrori della Seconda Guerra Mondiale e dalla crisi di tutti i valori.
Munch è conosciuto principalmente per il suo ruolo fondamentale nell’Espressionismo. È infatti considerato uno dei precursori del movimento. Pur essendo un uomo dell’Ottocento, con la sua sensibilità, il pittore norvegese anticipa tutti i temi esistenziali più forti del Novecento. Le sue opere ancora ci parlano, descrivendo i nostri sentimenti più profondi.
La mostra è dunque un’occasione per riscoprire la straordinaria capacità del pittore di esplorare le profonde emozioni umane. Munch dipingeva il proprio stato emotivo e psicologico, ma di fatto raccontava le contraddizioni e le paure di tutti gli uomini.
L’Urlo (dipinto nel 1893) è un’opera enorme. E non stupisce che questa immagine sia così iconica. Tutti la conoscono, anche se non hanno dimestichezza con la pittura contemporanea e la storia dell’arte. Ma Munch è anche tanto altro oltre al suo dipinto più noto. Per oltre sessant’anni, Munch ha sperimentato con pittura, arti grafiche e disegno, ma si è dilettato anche con la fotografia, la scultura e la cinematografia
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