Ciclovie temporanee e riduzione costi biglietti per bici non piegabili. Si pensi anche a misure post emergenza.
Durante la seduta della Commissione Lavori pubblici, infrastrutture, mobilità, trasporti di oggi.
Abbiamo avuto l’occasione di presentare le nostre proposte per la mobilità dei cittadini nella Fase 2 dell’emergenza coronavirus. Queste le osservazioni del nostro Devid Porrello, membro della Commissione.
Mobilità dolce: misure pro-bici
Nella fase intermedia di ripresa degli spostamenti, tra le opzioni si pensa anche ad un uso massiccio della bicicletta, per questo occorre fin da subito individuare una serie di soluzioni per la mobilità per permettere ai cittadini la di spostarsi agevolmente e in sicurezza.
La stesura di linee guida regionali per piste ciclabili temporanee e misure per l’abbattimento del costo del biglietto dei mezzi pubblici anche per le bici non piegabili incentiverebbe l’utilizzo di questo mezzo alternativo, andando altresì incontro alle esigenze economiche dell’utenza.
Ciclovie temporanee
Le ciclovie temporanee, realizzate con una semplice delimitazione di una parte di carreggiata con strisce gialle o paletti, potrebbero essere create velocemente e con costi ridottissimi e sarebbero un ottimo strumento per il decongestionamento del traffico, considerato che il timore del contagio e le limitazioni nell’accesso di mezzi pubblici, spingerebbero i cittadini a spostarsi con le proprie auto.
Interventi strutturali: andiamo oltre l’emergenza
In linea più generale vanno pensati interventi infrastrutturali che non si fermino all’emergenza ma che guardino al futuro, colmando i deficit attuali. Come nel caso del Porto di Civitavecchia, in questo senso fortemente penalizzato rispetto agli altri porti europei. La concretizzazione delle Zone logistiche semplificate come strumento per captare maggiori filiere legate al trasporto e alla lavorazione delle merci, va accelerata e così come avevamo già chiesto con un nostro emendamento al DEFR 2020, perché oggi, ancor più che in passato dobbiamo farci trovare pronti per la fase post emergenziale.
Infine, va chiarita la decisione dell’Autorità Portuale e della Port Autority Security (PAS) di mettere in cassa integrazione il personale addetto alla sicurezza in un momento in cui, in particolare per la gestione dei flussi delle merci, c’è bisogno di questa figura affinché il tutto si possa svolgere nel pieno rispetto delle regole.