Lo stipendio di un consigliere regionale del Lazio si divide in due parti: l’indennità di carica e la diaria.
Come sottoscritto in campagna elettorale ogni consigliere del M5S Lazio percepisce un’indennità di carica di 5000 euro lordi che, dopo aver applicato la massima aliquota IRPEF, diventa di 2700 euro netti.
Tutto quel che rimane del nostro stipendio lo versiamo in un conto bancario cointestato ai 7 consiglieri per poi destinarlo al fondo regionale di microcredito a sostegno delle PMI (Piccole e Medie Imprese) e per i soggetti che devono far fronte ai bisogni primari.
Nonostante abbiamo ottenuto la modifica della legge che ci darà finalmente la possibilità di versare queste somme, la Giunta regionale non ha ancora terminato il regolamento di questo fondo e per questo il trasferimento delle cifre da noi accantonate non è ancora avvenuto.
La diaria invece ammonta a 3500 euro ed è una cifra forfettaria che ogni consigliere può usare per la propria attività politica. Ogni mese noi scaliamo da questa parte tutte le spese che sosteniamo rendicontandole puntualmente (pasti, trasporti, telefono e spese di attività sul territorio e di funzionamento ufficio) e tutto ciò che eccede lo versiamo nello stesso conto dove accantoniamo le eccedenze dei nostri stipendi. Questa buona pratica della rendicontazione l’abbiamo proposta anche in aula per inserirla nella legge di “spending review” regionale, ma gli altri consiglieri hanno ritenuto opportuno tenersi questo beneficio per intero e senza l’obbligo della rendicontazione.
A cosa abbiamo rinunciato?
- Indennità di trasporto su gomma
- Telepass
- ZTL Roma
- Assicurazione sanitaria
- Indennità di carica aggiuntiva (capogruppo, presidenza Corecoco, vicepresidenza commissione).
- Vitalizio mascherato
Come funziona la previdenza?
Gli eletti in questa legislatura non percepiranno il vitalizio ma avranno diritto a quello che noi chiamiamo ‘vitalizio mascherato’, ovvero una pensione all’età di 60 anni sproporzionata rispetto ai contributi versati. Noi abbiamo rinunciato anche a questa forma previdenziale perché la riteniamo comunque un privilegio se paragonata a quanto succede nel mondo reale.
A questo punto, avendo rifiutato tutte le forme previdenziali inaccettabili, abbiamo deciso di continuare a versare i contributi minimi alle rispettive casse previdenziali (INPS, cassa avvocati, ecc…), come prealtro previsto dal Codice di comportamento eletti MoVimento 5 Stelle in Parlamento, prendendo tale somma dalle nostre diarie tenendo conto però delle esperienze lavorative che ognuno di noi aveva prima dell’ingresso nelle istituzioni.